Israele si ritiri immediatamente da Gaza. Tacciano le armi

Spettacolo alla Casa Circondariale di Livorno

E’ iniziata ieri sera l’invasione di terra a Gaza. Per tutta la notte una pioggia di fuoco si è abbattuta sulla Striscia di Gaza, colpita dall’aviazione, dalla marina e dalla fanteria isreliane.

Dopo la punizione ‘collettiva’ inflitta agli abitanti di quella martoriata terra, dopo gli intensi bombardamenti durati dieci giorni, con distruzione di case, di scuole, di ospedali che hanno provocato più di duecento morti, fra cui tanti bambini e civili inermi, e migliaia di feriti, il governo israeliano continua la sua feroce repressione, con uno spiegamento di mezzi e uomini che non lascia scampo.

Chiediamo che la comunità internazionale, l’Europa, il nostro governo intervengano con decisione perché Israele ritiri immediatamente le sue truppe dalla Striscia, si fermino le armi, si ristabilisca la legalità internazionale. Spetta innanzitutto all’occupante, sulla base del diritto internazionale, garantire la sicurezza degli abitanti dei territori che occupano. Non procedere al loro sterminio, come sistematicamente sta invece facendo Israele.

Adesso il primo obiettivo che tutti dobbiamo porci è la salvaguardia delle vite umane. Per questo va immediatamente proclamato il cessate il fuoco e Israele deve ritirarsi dalla Striscia.

E’ questa anche la precondizione perché si possa tentare di riavviare un dialogo, per l’apertura di un processo di pace, perché davvero si realizzi il sogno di due popoli per due stati.

In questo momento così drammatico, ci tornano in mente le parole di Vittorio Arrigoni, militante per la pace e giornalista, che da Gaza, durante un attacco israeliano, scrisse “Ho una videocamera con me, ma ho scoperto oggi di essere un pessimo cameraman. Non riesco a riprendere i corpi maciullati e i volti in lacrime. Non riesco perché piango anch’io”.

Roma, 18 luglio 2014 – Presidenza Nazionale ARCI

 

 Questo comunicato stampa succede un’altro intervento, sempre della Presidenza Nazionale ARCI, su Arci Report del 17 luglio.

Basta vittime!

Pace e giustizia in Medio Oriente

di Francesca Chiavacci, Presidente Nazionale ARCI.

Apriremo il Consiglio Nazionale, sabato prossimo, ospitando l’ambasciatrice palestinese in Italia Mai Al- Kaila. Una donna che per 17 anni ha lavorato per l’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione (Unrwa) assistendo i rifugiati palestinesi in Giordania, Libano, Siria, Cisgiordania e della Striscia di Gaza. E che nel 1986 è stata prigioniera politica nelle carceri israeliane. Siamo orgogliosi che abbia accettato il nostro invito in questo nuovo momento drammatico per il suo popolo, sarà per noi un incontro importante. Per manifestarle la nostra vicinanza. Per ribadire quanto sia fondamentale per la giustizia e per la pace in Medio Oriente la prospettiva dei ‘due Popoli e due Stati’. Ascolteremo le sue parole e cercheremo di capire come possiamo, nella nostra azione politica quotidiana, continuare a tenere viva l’attenzione su questo tragico conflitto e contribuire ad arginare i rischi di disinformazione. Lo abbiamo fatto, aderendo all’invito della Rete della Pace di cui facciamo parte, mercoledì 16 luglio in decine di presidi, fiaccolate, iniziative in cui come Arci siamo stati protagonisti. Mentre chiudiamo il numero di Arcireport, il bilancio delle vittime a Gaza dell’operazione ‘Margine Protettivo’ conta 225 morti e oltre 1500 feriti, di cui un quarto bambini. Assistiamo alle parole ‘di scusa’ di Shimon Peres per il bombardamento su una spiaggia che ha causato la morte di 4 bambini, ad una tregua che durerà poche ore. Ma, soprattutto, ci troviamo di fronte ad un tentativo di mediazione al Cairo tra il governo israeliano e Hamas. E i media ci dicono che, ma quasi sullo sfondo, è in programma l’incontro tra il leader dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas, e il presidente egiziano, Abdel-Fattah al-Sisi.

Ecco, tutto questo è uno schema che ci preoccupa ancora di più. Non solo una comunità internazionale quasi assente e una voce debole delle Nazioni Unite. Ma anche e ancora una volta un confronto impostato quasi come se si disconoscesse il principio di ‘due Popoli due Stati’. Un confronto tra un governo e una fazione politica di matrice estremista religiosa. È vero che a Gaza «c’è Hamas» ed è altrettanto vero che la leadership istituzionale palestinese, in questi anni, ha perso per tanti motivi credibilità di fronte alla popolazione civile. Ma siamo convinti che per ristabilire la pace in Medio Oriente, per lavorare efficacemente alla fine dell’occupazione israeliana, e per garantire la stessa sicurezza di Israele, non si possa proseguire in questo modo. E la convinzione diventa più solida se pensiamo alle novità che presenta lo scenario di Gaza, dove purtroppo sono ormai presenti i gruppi jihadisti dell’Isis (ovvero quelli che hanno proclamato il loro califfato tra Siria e Iraq), che contribuiscono a rendere ancora più intricata la situazione. Abbiamo sempre guardato alla società e alla leadership palestinesi come realtà laiche e progressiste. Siamo certi che non sarà il ‘confronto’ con Hamas a porre fine a quelle che Adriano Sofri chiama ‘le Biennali dell’orrore’ e a ‘liberare’ la popolazione che oggi vive a Gaza. Con questo spirito, con queste convinzioni continueremo la nostra azione e il nostro impegno perché i governi (il nostro prima di tutto) si muovano per una pace giusta in quelle terre, per la fine dell’occupazione israeliana, per la liberazione dei prigionieri politici palestinesi.

Adesso il primo obiettivo che tutti dobbiamo porci è la salvaguardia delle vite umane. Per questo va immediatamente proclamato il cessate il fuoco e Israele deve ritirarsi dalla Striscia.

E’ questa anche la precondizione perché si possa tentare di riavviare un dialogo, per l’apertura di un processo di pace, perché davvero si realizzi il sogno di due popoli per due stati.

In questo momento così drammatico, ci tornano in mente le parole di Vittorio Arrigoni, militante per la pace e giornalista, che da Gaza, durante un attacco israeliano, scrisse “Ho una videocamera con me, ma ho scoperto oggi di essere un pessimo cameraman. Non riesco a riprendere i corpi maciullati e i volti in lacrime. Non riesco perché piango anch’io”.

“C’è una città come tante. Ricca, avida, opulenta, consumista.
C’è una città come tante. Mal governata.
C’è una città invasa da topi. Topi che non si nascondono, ma escono allo scoperto per mangiarsi tutto.
Il governo non può più far finta di niente e promette “una bella poltrona” nel palazzo granducale a chiunque riesca a liberare la città dalla piaga dei topi.”

Chi volesse partecipare come pubblico allo spettacolo “Topo dopo topo” regia di Lara Gallo e Francesca Ricci, per il giorno 20 dicembre 2023 alle ore 14.00 all’interno della Casa Circondariale di Livorno, dovrà inviare il proprio nome e cognome, luogo e data di nascita al seguente indirizzo mail

prenotazionicarcere@gmail.com

entro e non oltre il 5 dicembre 2023.

I nominativi saranno oggetto di controlli da parte dell’Amministrazione penitenziaria, pena la non possibilità di partecipazione allo spettacolo.

Lasciate ogni smartphone in macchina, oh Voi che entrate.

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