Viaggio nell’Arci calabrese

Di Filippo Sistito, presidente Arci Crotone e Gennaro Di Cello, presidente Arci Calabria.

Clima torrido quello che ha accolto Francesca Chiavacci appena atterrata all’aeroporto di Lamezia Terme, il 15 luglio scorso, per una due giorni di appuntamenti e incontri con il sistema di Arci Calabria. Per la prima volta, almeno a nostra memoria, un presidente nazionale dell’Arci ha programmato un viaggio esplorativo e conoscitivo dell’Arci in Calabria. Si tratta di un nuovo inizio, di un viaggio teso a comprendere cosa vuol dire ‘Arci’ a queste latitudini. Un viaggio, dunque, dentro la Calabria ma anche dentro i bisogni e le potenzialità della più grande associazione di cultura popolare italiana. Il programma della due giorni non è stato certo quello di un viaggio estivo. Un’agenda serrata ha scandito le ore di lavoro, rincorrendo chilometri e appuntamenti con i compagni di ogni singola provincia. 15 luglio, ore 9.45, in viaggio da Lamezia Terme: in tre (Filippo Sestito, Gennaro Di Cello e Francesca Chiavacci) raggiungiamo Reggio Calabria, dove ci attendono Davide Grilletto, presidente del comitato di Arci Reggio Calabria, Peppe Fanti e tanti altri compagni e compagne. Ci accolgono in un ex bowling confiscato alla ‘ndrangheta, per la precisione a Gioacchino Campolo, un re dei videopoker. Lo spazio, destinato a diventare circolo Arci, è il teatro di un’azione di rigenerazione e coprogettazione grazie al coinvolgimento dei tanti giovani iscritti ad uno dei campi della legalità gestiti dal territoriale di Reggio Calabria. Dopo un veloce pranzo corriamo a visitare il circolo Il Frantoio delle idee di Cinquefrondi (RC) che rappresenta uno degli spazi di sperimentazione artistica, musicale e di socialità più interessanti e importanti di tutta la Calabria. Nel pomeriggio arriviamo nella bella cornice del Parco Peppino Impastato – significativo progetto di rigenerazione di un bene comune, gestito da Talìa, un’impresa sociale promossa dall’Arci di Lamezia Terme, e selezionato dalla Commissione Europea come uno dei più importanti esempi di modello gestionale innovativo di un’opera realizzata con fondi comunitari nel Sud Italia – dove incontriamo i dirigenti dei comitati territoriali calabresi. La discussione è lunga ed approfondita, molto franca e vera. 16 luglio, ore 7.50: si riparte verso Crotone per inaugurare la nuova sede del comitato territoriale dell’Arci. Dopo un’intervista live a Francesca presso una nota televisione regionale, ci avviamo attraverso splendidi vicoli, nel centro storico di Crotone, presso la sede dell’Arci, dove ad attenderci ci sono decine di compagne e compagni, esponenti di tante organizzazioni sociali e i rappresentanti istituzionali con in testa il sindaco di Crotone Peppino Vallone. L’inaugurazione della nuova sede avviene in modo davvero poco usuale. Dai microfoni di Radio Barrio, uno dei circoli più innovativi del panorama associativo locale, la web radio dell’Arci Crotone, intervengono in tanti e un ‘presentatore d’eccezione’ (Filippo) si immedesima nei panni dello speaker. Senza più tempo, ci si rimette in auto e si corre verso Paola (Cosenza), dove, nel centro storico, ci attendono Angelo Gallo, presidente di Arci Cosenza e il collettivo del circolo Arci Piera Bruno. L’incontro, molto atteso dal circolo, non consente, a causa della mancanza di tempo, di approfondire tutte le tematiche sollevate e che intrecciano da Sud a Nord i bisogni e le aspettative di tutta l’Arci. Non poca è la delusione sui volti delle compagne e dei compagni del circolo, ci lasciamo, però, con un impegno politico chiaro: prima della fine dell’estate, indipendentemente dalla presenza della nostra presidente nazionale, torneremo ad incontrarci per immaginare possibili percorsi culturali e politici da attivare insieme. Chiudiamo sulle note di un brano di Federico Cimini, intervenuto per un saluto e per un ringraziamento all’Arci dopo la bella esperienza musicale nel circuito Arci. Il primo viaggio nell’Arci calabrese di Francesca Chiavacci da presidente nazionale è oramai terminato, e mentre le scorie dell’ultimo congresso non sono ancora del tutto smaltite, quanto meno l’Arci si è rimessa in movimento. Ed è proprio nel viaggio e nella conoscenza delle nostre reciproche differenze che possiamo trovare le chiavi per aprire le porte dell’Arci che verrà.