L’Italia discrimina le coppie omosessuali

Spettacolo alla Casa Circondariale di Livorno

Dopo la condanna della Corte europea, il Parlamento finalmente riconosca le unioni fra persone dello stesso sesso.

La Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per la violazione dei diritti di tre coppie omosessuali, stabilendo che «lo Stato italiano deve introdurre il riconoscimento legale per coppie dello stesso sesso» e riconoscendo un risarcimento di 5000 euro per danni morali a ognuno dei ricorrenti. Il caso è stato sollevato da Enrico Oliari, presidente di Gaylib, l’associazione nazionale dei gay liberali e di centrodestra, che ha fatto ricorso a Strasburgo nel 2009 contro l’impossibilità di vedersi riconoscere in patria l’unione. La battaglia di Oliari era iniziata dieci anni fa con la richiesta di procedere alle pubblicazioni relative alle sue nozze nel comune di Trento. Oltre alla coppia Oliari ricorrevano anche due coppie del milanese, Gian Mario Felicetti con Riccardo Zappa e Riccardo Perelli Cippo e Roberto Zaccheo. Questa potrebbe essere solo la prima di una serie di sentenze con cui la Corte europea dei diritti dell’uomo si pronuncerà sulla necessità di introdurre nell’ordinamento nazionale una norma che riconosca le unioni civili. Davanti ai giudici di Strasburgo sono infatti pendenti altri quattro ricorsi riguardanti la registrazione di matrimoni contratti all’estero e uno in cui si chiede di condannare l’Italia perché ha impedito il ricongiungimento familiare di una coppia formata da un cittadino italiano e dal suo compagno neozelandese. La Corte di Strasburgo ha già comunicato al governo i ricorsi presentati da varie coppie che essendosi sposate in Canada e Olanda hanno chiesto alle autorità italiane di registrare l’atto di nozze. Insomma, dopo lo straordinario risultato referendario dell’Irlanda, l’Italia resta ancora una volta indietro, posizionandosi tra i nove paesi europei (insieme a Grecia, Cipro, Lituania, Lettonia, Polonia, Slovacchia, Bulgaria e Romania) che non hanno ancora previsto alcun tipo di tutela per le coppie omosessuali, che si parli di matrimonio o di unioni civili. Un primato imbarazzante, considerato anche che il disegno di legge sulle unioni gay, dopo il primo sì da parte della Commissione Giustizia di Palazzo Madama, ora giace in Senato e continua ad essere rimandato. Quando l’Italia deciderà di occuparsi seriamente e soprattutto di legiferare su un tema tanto attuale ed importante per una società che possa definirsi davvero civile? Continueremo a chiedere ad alta voce il pieno riconoscimento dei diritti per tutte le coppie. Continueremo a sostenere la campagna #Lostessosì, in cui chiediamo, insieme ad altre 27 associazioni riunite nella Coalizione per il matrimonio egualitario, che sia eliminata ogni forma di discriminazione nella legislazione italiana sul matrimonio civile, aprendolo anche alle coppie dello stesso sesso, riconoscendo i matrimoni e le unioni celebrate all’estero e assicurando pari diritti ai figli delle persone dello stesso sesso. Non c’è più spazio per discriminazioni odiose come quelle inflitte alle persone omosessuali, alla loro affettività e alle loro unioni, e anche l’Italia dovrà decidersi quanto prima a colmare questa grave lacuna.

“C’è una città come tante. Ricca, avida, opulenta, consumista.
C’è una città come tante. Mal governata.
C’è una città invasa da topi. Topi che non si nascondono, ma escono allo scoperto per mangiarsi tutto.
Il governo non può più far finta di niente e promette “una bella poltrona” nel palazzo granducale a chiunque riesca a liberare la città dalla piaga dei topi.”

Chi volesse partecipare come pubblico allo spettacolo “Topo dopo topo” regia di Lara Gallo e Francesca Ricci, per il giorno 20 dicembre 2023 alle ore 14.00 all’interno della Casa Circondariale di Livorno, dovrà inviare il proprio nome e cognome, luogo e data di nascita al seguente indirizzo mail

prenotazionicarcere@gmail.com

entro e non oltre il 5 dicembre 2023.

I nominativi saranno oggetto di controlli da parte dell’Amministrazione penitenziaria, pena la non possibilità di partecipazione allo spettacolo.

Lasciate ogni smartphone in macchina, oh Voi che entrate.

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