Rapporto Sbilanciamoci! 2016

Spettacolo alla Casa Circondariale di Livorno

Come usare la spesa pubblica per i diritti, la pace, l’ambiente.

Sbilanciata lo è, ma dalla parte sbagliata. Sono in molti – la stragrande maggioranza – a dover attendere: i giovani disoccupati che vorrebbero lavorare o, almeno, avere un reddito minimo; molti dei lavoratori scippati dalla riforma Fornero della loro pensione alle porte; gli studenti in attesa di un piano nazionale per il diritto allo studio; i genitori in cerca di servizi per l’infanzia accessibili; i pensionati ai limiti della soglia di povertà e i lavoratori pubblici con un contratto bloccato da almeno sei anni. Per loro nella Legge di Stabilità 2016 c’è poco o niente. In compenso c’è molto per le imprese. Qualcuno l’ha definita berlusconiana, sicuramente è iniqua, di corto respiro e priva di una strategia adeguata a rilanciare l’economia, una brutta copia della Legge di Stabilità 2015. Come quella dell’anno scorso, è presentata come una manovra espansiva. Come allora l’obiettivo del pareggio di bilancio è posticipato di un anno, questa volta al 2018. Bella notizia potrebbe pensare chi ha chiesto di abbandonare le politiche di austerità. Ma più che rinunciare all’austerità il Governo si limita a rallentare il passo: il deficit programmato nella Nota di aggiornamento al Def 2015 presentata ad ottobre è del 2,6% per il 2015 e del 2,2 o del 2,4% per il 2016, comunque inferiore al limite del 3% imposto da Bruxelles. Quello 0,2% di differenza in sospeso sul 2016 dipende dal riconoscimento della clausola che propone spudoratamente all’Europa di usare i migranti per ottenere un’ulteriore flessibilità di bilancio pari a 3,1 miliardi. L’ingegno si trasforma in beffa con la destinazione della concessione eventualmente ottenuta all’anticipazione al 2016 della riduzione della tassa sui profitti delle imprese, l’IRES, programmata a partire dal 2017. Anche quest’anno il Governo sceglie come priorità la riduzione delle tasse omettendo di dire che si tradurrà in un ulteriore taglio dei servizi pubblici. Sull’abolizione della TASI ‘per tutti’ Renzi ha centrato la sua campagna di comunicazione, sapendo che, anche grazie al progressivo smantellamento dei servizi pubblici, questa misura potrà fare breccia su buona parte della popolazione. Il Governo sceglie la redistribuzione delle diseguaglianze a vantaggio di ricchi e imprese. Per queste sono previsti anche il ‘superammortamento’ fiscale per investimenti in macchinari e attrezzature e l’abolizione dell’IMU agricola e sui macchinari imbullonati. Metà della manovra è destinata ad impedire lo scatto delle clausole di salvaguardia che provocherebbero un aumento delle accise sui carburanti e dell’Iva, anche qui rinviando il problema agli anni successivi. Tutto ciò nella totale incapacità di controllare la finanza pubblica: della famosa spending review intelligente non si è vista nemmeno l’ombra, i tagli alla spesa pubblica proseguono ma sono quelli sbagliati. Il Fondo Sanitario Nazionale passa a 111 miliardi nel 2016 rispetto ai 115 previsti, un taglio che si aggiunge a quello già effettuato con la Legge di Stabilità 2015, pari a 2,3 miliardi a partire dal 2016. Contro la povertà si prosegue la strada delle misure frammentarie, stanziando risorse aggiuntive significative (600 milioni sul 2016 e 1 miliardo sul 2017), ma rinviando ancora una riforma organica che introduca una misura strutturale di sostegno al reddito. Per i Fondi Sociali l’unica novità positiva, ma ampiamente insufficiente, sta nello stanziamento aggiuntivo di 150 milioni a favore del Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza, mentre il Fondo Sociale Nazionale resta fermo ai 312,5 milioni di euro definiti nella Legge di Stabilità 2015. Il modello di welfare che ha in mente il Governo è quello privatistico-aziendale: l’art.12 della Legge di Stabilità favorisce fiscalmente i servizi di welfare aziendali per la cui erogazione incentiva l’utilizzo dei voucher. In materia ambientale restano gli stanziamenti per le grandi opere (2,8 miliardi) e, nell’anno della COP21, l’unico finanziamento specifico previsto è di 16,3 milioni di euro. In compenso gli allegati alla Legge di Bilancio confermano la scelta di investire nei sistemi di armamento, in primo luogo sugli F-35: la mozione della Camera che ne chiedeva il dimezzamento è carta straccia. Né sono previsti seri provvedimenti di contrasto all’evasione fiscale. Anzi, il Governo innalza a 3mila euro la soglia del pagamento in contante. Il dibattito al Senato ha confermato la soglia di mille euro solo per i money transfer. Tanto meno si sceglie di estendere l’applicazione della Tassa sulle Transazioni Finanziarie che potrebbe portare nelle casse dello Stato diversi miliardi di euro in più. Infine, dei giovani disoccupati il Governo sembra proprio essersi dimenticato. Eccezion fatta per la previsione di sgravi contributivi per i neo-assunti nel 2016 e per l’assunzione manifesto di 1.520 ‘eccellenze’ tra professori e ricercatori, non c’è traccia di un piano pubblico serio per rilanciare economia ed occupazione. Sbilanciamoci! propone quest’anno una contromanovra di 35 miliardi di euro, come sempre in pareggio. Sul versante delle entrate: una riforma fiscale improntata all’equità e alla progressività e una spending review molto selettiva, finalizzata a eliminare la spesa pubblica inutile e nociva. Sul versante delle uscite: un intervento pubblico forte in campo economico a sostegno della buona occupazione, della riduzione delle diseguaglianze; un riorientamento della spesa pubblica per la creazione di nuova occupazione, del servizio sanitario nazionale, dei servizi pubblici di assistenza sociale, dell’istruzione, della ricerca pubblica, della cultura, della tutela dell’ambiente e delle forme di altraeconomia. Con una novità: l’introduzione di una forma strutturale di sostegno al reddito per chi non è ancora entrato nel mercato del lavoro, ne è uscito prematuramente o ne fa parte ma con un reddito insufficiente. Il segnale, prima ancora che tecnico, è politico e culturale. Alla luce della crisi economico-finanziaria e delle grandi trasformazioni del sistema economico globale, dei processi produttivi e del mercato del lavoro, sembra davvero giunto il momento di ripensare congiuntamente e in modo organico le politiche del e sul lavoro e il sistema di welfare di un paese che è ormai solo in Europa, insieme alla Grecia, a non avere nessuna misura di sostegno al reddito. Se non ora quando? Il Rapporto è disponibile on line a partire dal 26 novembre: controfinanziaria.sbilanciamoci.org.

“C’è una città come tante. Ricca, avida, opulenta, consumista.
C’è una città come tante. Mal governata.
C’è una città invasa da topi. Topi che non si nascondono, ma escono allo scoperto per mangiarsi tutto.
Il governo non può più far finta di niente e promette “una bella poltrona” nel palazzo granducale a chiunque riesca a liberare la città dalla piaga dei topi.”

Chi volesse partecipare come pubblico allo spettacolo “Topo dopo topo” regia di Lara Gallo e Francesca Ricci, per il giorno 20 dicembre 2023 alle ore 14.00 all’interno della Casa Circondariale di Livorno, dovrà inviare il proprio nome e cognome, luogo e data di nascita al seguente indirizzo mail

prenotazionicarcere@gmail.com

entro e non oltre il 5 dicembre 2023.

I nominativi saranno oggetto di controlli da parte dell’Amministrazione penitenziaria, pena la non possibilità di partecipazione allo spettacolo.

Lasciate ogni smartphone in macchina, oh Voi che entrate.

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