Messina prima in classifica per in-accoglienza e violazione di diritti

Messina, città senza diritti per i richiedenti protezione internazionale, registra un inasprimento delle procedure di identificazione e delle condizioni di vita all’interno dei due centri cittadini: la tendopoli del Pala Nebiolo e l’ex caserma Gasparro. La nuova gestione dei centri prefettizi ha addirittura peggiorato le condizioni materiali degli stranieri lì trattenuti. Il circolo Arci Thomas Sankara continua, nonostante il diniego all’ingresso nei centri, ad assistere gli stranieri, a monitorare le loro condizioni e a denunciare le costanti violazioni dei diritti umani. L’inapplicazione delle norme relative al diritto d’asilo, la mancata formalizzazione della domanda di protezione internazionale, il rilascio esclusivo di un pezzo di carta con su impresso un codice, l’assenza di un attestato nominativo sullo status di richiedente asilo, l’inadeguatezza delle informazioni giuridiche fornite hanno prodotto i 218 respingimenti differiti operati dalla Questura di Messina, come emerge dai dati. L’Arci ha incontrato centinaia di persone che non conoscevano la propria condizione giuridica e le modalità di accesso alla procedura d’asilo ed ha assistito alcuni di loro nella richiesta di protezione. L’inverno messinese non ha mitigato le proteste che vanno avanti dal 2013 connotate sempre dalle stesse richieste. Mesi di attesa per conoscere il proprio status giuridico senza documenti e certezze sulla permanenza in Italia, campi insalubri e strutture fatiscenti, mancata assistenza sanitaria, nessun supporto economico, tranne alcune schede telefoniche o sigarette, maltrattamenti ripetuti, cibo scadente e insufficiente, abbigliamento inadeguato alla stagione invernale e non sempre disponibile per tutti. Tutto ciò configura il perpetrarsi di comportamenti inumani e degradanti sanzionati dalla Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Il nostro team di medici, giuristi, ricercatori e mediatori culturali ha registrato alcuni casi emblematici: un ragazzo sudanese con un solo rene non ha potuto continuare la terapia, un ragazzo ivoriano è ‘ospitato’ al campo da oltre 4 mesi senza capirne il perchè, 17 minori stranieri non accompagnati non riconosciuti, anche davanti al certificato di nascita, e non trasferiti in luoghi protetti. Novità assoluta l’uso della forza nelle operazioni di fotosegnalamento e il racconto di azioni punitive anche da parte degli operatori dell’ente gestore. Alla luce di quanto emerso, l’Arci ha inviato specifiche note alla Prefettura, alla Questura, al Comune di Messina, al Tribunale per i Minorenni e alla Direzione Generale Immigrazione chiedendo la presa in carico dei casi vulnerabili e la verifica di altre vulnerabilità legate a disturbi post traumatici; ispezioni dentro i centri non solo da parte di personale prefettizio ma di organismi pubblici terzi e ripristino delle autorizzazioni agli enti di tutela; l’avvio di una indagine interna sui casi di violenza riferiti dai richiedenti asilo; il rispetto degli standard minimi di accoglienza previsti dalla legge; l’identificazione e il trasferimento immediato dei MISNA presenti nelle 2 strutture; l’avvio delle procedure necessarie per la chiusura della caserma Gasparro e della tendopoli del Pala Nebiolo, inadeguate a garantire condizioni di vivibilità.

Info : circolosankara@hotmail.com