Un Sì per cambiare le politiche energetiche del governo

Di Filippo Sestito coordinatore nazionale Arci Ambiente, difesa del territorio, stili di vita

Bella e partecipata la prima assemblea di tutti gli aderenti al Comitato Nazionale ‘Vota Sì per Fermare le Trivelle’ tenutasi mercoledì scorso nella sede nazionale di Legambiente. Il Comitato, composto da molte delle organizzazioni nazionali che hanno dato vita alla Coalizione per il Clima, è già al lavoro da giorni per elaborare gli strumenti di comunicazione e le parole d’ordine da usare in questa campagna referendaria. Tre i temi generali individuati: il tema del petrolio che, essendo un’energia fossile scaduta, deve essere disincentivata dal Governo a favore di un modello energetico pulito e democratico; il tema del mare, che va protetto e salvaguardato; il tema del modello energetico, che va cambiato puntando al 100% di energie rinnovabili e contribuendo a contenere entro 1.5 gradi centigradi il surriscaldamento del pianeta. Così come si è impegnato a fare il nostro Paese, insieme ad altri 194, alla Conferenza Onu sul Clima tenutasi a Parigi a dicembre del 2015. Ma il Governo Renzi, avendo indetto il Referendum abrogativo nella prima domenica utile con l’obiettivo di depotenziare il quesito referendario, sembra andare nella direzione opposta al documento firmato a Parigi e sembra voler incentivare l’utilizzo di combustibili fossili. A nulla sono valse le nostre richieste e quelle di tutte le altre associazioni e comitati che da sempre si battono per la difesa del territorio di accorpare il Referendum con le elezioni amministrative e di risparmiare circa 360 milioni di euro di soldi pubblici. Segno che Renzi punta molto sull’appoggio delle multinazionali del petrolio e che teme questo Referendum, dal momento che sa che la stragrande maggioranza degli italiani è favorevole a cancellare la norma, introdotta dall’ultima legge di Stabilità, che consente alle società petrolifere di cercare e di estrarre combustibili fossili entro le 12 miglia marine dalle coste italiane, sine die, senza nessun limite di tempo, per sempre. Renzi, però, sa anche che la stragrande maggioranza dei mezzi di comunicazione ufficiali oscurerà, il più possibile, le nostre ragioni e le ragioni di tutte le associazioni, comitati, movimenti e delle Regioni promotrici del Referendum che non hanno fatto marcia indietro. Ma la carta più importante che il Governo sta giocando per silenziare il popolo italiano è la mancanza di tempo concessa ai richiedenti il Referendum abrogativo. Ed è proprio per questo motivo che dobbiamo triplicare gli sforzi e produrre una campagna referendaria diffusa, capillare, fatta di centinaia e centinaia di piccole e grandi iniziative e, al contempo, di un corpo a corpo con il Governo e con le forze politiche neoliberiste sempre più subalterne agli interessi delle multinazionali. Con l’obiettivo di informare tutti i cittadini italiani della possibilità di andare a votare il 17 di Aprile e VOTARE SI per un referendum la cui vera posta in gioco è la modifica radicale delle politiche energetiche del Governo e la concretizzazione di un’economia più giusta, sostenibile, decarbonizzata, che non metta a rischio il nostro mare e il nostro territorio.