La tortura? Non esiste. La Commissione Giustizia del Senato annacqua ancora il testo

Con le modifiche apportate dalla Commissione Giustizia del Senato, chi si opponeva all’introduzione del reato di tortura nel nostro ordinamento ottiene un doppio risultato: in primo luogo  il testo approvato dalla Camera  viene peggiorato al punto  da diventare incompatibile con la Convenzione contro la tortura delle Nazioni unite che l’Italia ha l’obbligo invece di rispettare.
Diminuiscono infatti le sanzioni e il reato, che rimane ‘comune’ e non ‘proprio di pubblico ufficiale’ come richiesto dalla Convenzione, diventa ancora più generico.  Per essere considerata tortura, la violenza o la minaccia deve essere infatti ‘reteirata’, spariscono le finalità discriminatorie introdotte per definire meglio la fattispecie, così come sparisce la locuzione ‘per vincere una resistenza’, che aveva fatto insorgere parte delle forze dell’ordine.
In secondo luogo, dovendo il testo ritornare alla Camera, si allungano ancora i tempi di approvazione di un testo in discussione dal 2013 e che probabilmente finirà affossato.
Una vittoria della parte più regressiva del parlamento e della polizia, una sconfitta per la democrazia e la civiltà di questo paese.

Roma, 9 luglio 2015