I familiari delle vittime della strage della stazione di Bologna lanciano una petizione

In quanto familiari delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980 chiediamo che il Governo rispetti le promesse fatte nell’anniversario dell’eccidio: risarcimento e indennizzo, introduzione nel codice penale del reato di depistaggio e reale declassificazione delle carte sulle stragi da parte di ministeri e servizi segreti. Noi non ci arrendiamo. Ieri come oggi chiediamo a tutti i cittadini di sostenerci firmando la petizione indirizzata al Presidente del Consiglio perché il Governo rispetti le promesse fatte ai familiari delle vittime. Questa la storia dei rinvii del governo. Nel 2004 è stata votata la legge 206 a favore delle vittime del terrorismo e delle stragi che, però, non è mai stata completamente attuata perché, ci hanno detto, vanno risolte dieci criticità. Noi studiamo il testo e consegniamo al Governo le dieci soluzioni. Il 2 agosto 2013, il ministro Delrio ci assicura che, entro settembre, tutto si sarebbe risolto. Non avviene. Nell’aprile 2014, il ministro Poletti assicura che nella successiva legge di stabilità i 10 punti saranno risolti. Ne risolvono solo 3 che l’INPS, però, non vuole applicare. Ad oggi stiamo ancora aspettando. Nell’aprile 2014 arriva la direttiva che apre gli archivi di ministeri e servizi segreti e li obbliga a depositare i documenti sulle stragi all’Archivio di Stato. Un’operazione di verità, si dice. Non avviene. L’intenzione è buona, ma il comportamento degli apparati no e per un anno – come associazioni – abbiamo ripetuto inutilmente al Governo che ci sono alcune correzioni da fare. In sostanza è come se si fosse detto al ladro di consegnare la refurtiva e sperato che lo facesse. Infatti, gli stessi apparati che fino ad oggi hanno tenuto ben chiuse le carte sulle stragi, sono gli stessi a cui la direttiva affida il compito di renderle pubbliche. Senza nessun controllo esterno, lasciando a ministeri e servizi segreti la possibilità di preselezionare gli atti. Senza che si conosca l’elenco dei documenti effettivamente presenti negli archivi. Non era questo l’obiettivo della direttiva e chiediamo che si migliori perché gli apparati non la svuotino del suo significato con la strategia del ‘pacco vuoto’. Alla petizione, pubblicata di seguito, aderiscono le associazioni dei familiari delle vittime delle stragi del treno rapido 904, Italicus, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, via dei Georgofili. «Credevamo di assistere alla svolta di un Parlamento, di un Governo che dopo decenni si era accorto della sua storia, fatta di centinaia di morti per terrorismo e stragi e di famiglie a cui è stata stravolta la vita e sospeso il diritto alla verità e alla giustizia. Credevamo di essere testimoni del fatto che i “tempi fossero maturi” per cambiare, per invertire il senso di questo perverso e inquietante sistema che nega alle vittime pure i risarcimenti. Ma un cambiamento a metà, non è un cambiamento, bensì un modo per continuare – da parte di chi ne ha interesse – a conservare il vecchio sistema con metodi diversi. Vi chiediamo solo di mantenere le vostre promesse: risarcimento e indennizzo per le vittime, introduzione nel codice penale del reato di depistaggio, e la reale declassificazione delle carte sulle stragi da parte di ministeri e servizi segreti».

Per firmare http://www.avaaz.org/2agosto