Fuori dai margini. Outsider art e psichiatria

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20 mm. Un grandangolo sulle mutazioni del presente.

Fuori dai margini. Outsider art e psichiatria

Si è concluso nei giorni scorsi il progetto “Fuori dai Margini” realizzato da Arci Livorno, ARCS (Arci Cultura e Sviluppo) di Novi Sad in Serbia, Centro Basaglia e finanziato dal Comune di Livorno. Il progetto ha visto la partecipazione di un gruppo di artisti serbi provenineti da Novi Sad e Subotica e la realizzazione di un laboratorio di arti visive condotto da Riccardo Bargellini di Blu Cammello, la Cooperativa che lavoro presso il Centro di Salute Mentale “Basaglia”.

Gli artisti serbi, Gavin, Clown, Link e Coll-Mrdak hanno partecipato alla realizzazione di un murales all’interno del PAC 180 che è il Parco dell’Arte Contemporanea dentro il Centro Basaglia che sarà innaugurato quest’estate, nel mese di luglio, durante le Serate Illuminate; il numero 180 fa riferimento quella conosciuta come la “Legge Basaglia” che definì un modo diverso per affrontare la psichiatria sia nelle forme di intervento medico e sociale che nell’uso degli spazi di vita e di relazione dei soggetti psichiatrici.
Il progetto del murales ha previsto come base di partenza la riproduzione di due disegni realizzati da due artisti outsider che lavorano con
Riccardo Bargellini e legati a questi i ragazzi serbi sono intevenuti con loro progetti speficifici, andando a creare contesti e forme grafiche intrecciate con le opere di partenza.

In questo metodo di lavoro si è applicata una filosofia e una prassi artistica che vede il “paziente” convergere e equivalere al “normale”, la dove si valorizza e si trasforma in opera artistica la follia e la patologia. Questo metodo di lavoro contraddistingue in modo specifico il lavoro decennale di Riccardo Bargellini con il Centro di Salute Mentale e con i pazienti della psichiatria. Alcuni di questi oggi espongono in gallerie europe e il loro lavoro è apprezzato da critici e curatori.

Fuori dai margini, ha cercato appunto di creare una connessione tra due mondi, dove in entrambi la follia ha giocato un ruolo comunque importante e dove la voglia e la spinta al riscatto sono forti e rigorose: il mondo del Basaglia, degli artisti outsider e il mondo della ex-jugoslavia, dove la follia della guerra ha distrutto migliaia di vite, cultura e storia.

Il progetto ha rappresentanto la possibilità di fare ponte, un ponte mentale, una rete concreta e reale fatta di persone, artisti e contesti dove la dimensione del fare e del produrre cultura in modo condiviso ha rappresentato una buona prassi di lavoro e di relazione sociale.

Fuori dai margini esprime un concetto, un modo di vedere e praticare la cultura e le forme delle marginalità; già nel titolo di questo progetto c’è il senso di una modalità che vede le forme dell’anormalità, o meglio di quello che le culture e le forme degli stati di dominio hanno relegato alla categoria dell’anormalità, essere protagoniste di un modello culturale diverso.

Le forme della collaborazione tra contesti ed esperienze è un modo per raffrozare e costruire reti sociali contribuendo dunque allo sviluppo di forme di cooperazione e promozione della cultura.

Mediante la conoscenza è possibile attivare strategie e costruire saperi in grando di rappresentare forme di resistenza e alternative a modelli culturali fatti di mediaticità dell’apparire e di continue mimesi, dove le cose appaiono per quello che non sono.

Infondo appare sempre più forte la sensazione che le forme e le pratiche della cultura tentino di imitare le forme della rappresentazione mediatico-televisiva dove il modello dominante è il “ gran pentolone “ fatto di tuttologi e artisti di profilo scarso, dove dal dramma familiare si passa all’altimo successo musicale ai dolori del Grande Fratello e cosi via, senza progetto nè soluzione di continuità.