La scelta di Libera di individuare Genova come sede per l’edizione 2012 della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie – l’appuntamento è per il 17 marzo – offre a tutti noi una grande opportunità per dare una ferma risposta al dilagare del gioco d’azzardo nella nostra regione, con tutte le conseguenze che questo comporta in termini sociali oltre che di ordine pubblico.
Il fenomeno Azzardopoli – per usare l’efficace titolo del dossier presentato da Libera nei giorni scorsi – riguarda tutta la Liguria in cui opera il clan Zaza. Genova e la sua provincia, però, sembrano essere particolarmente appetibili, a giudicare – oltre che dalla diffusione ormai capillare di ‘macchinette mangiasoldi‘ – dalla quantità di minicasinò e punti di raccolta delle scommesse già aperti o per i quali è stata presentata richiesta.
I sintomi di una recrudescenza della microciminalità legata al gioco d’azzardo sono sempre più visibili, tra gli ultimi episodi in ordine di tempo c’è quello del locale di slot machines appena inaugurato e dato alle fiamme in Valpolcevera. Episodio che ha fatto eco al grido d’allarme che proprio il presidente di quel Municipio, Gianni Crivello, aveva lanciato attraverso la stampa.
A preoccupare, però, è anche, se non soprattutto, l’enorme diffusione di patologie legate al gioco d’azzardo che interessano un sempre maggiore numero di cittadine e di cittadini, giovani e meno giovani. In una lettera indirizzata alla Sindaco e al Questore di Genova, sempre il presidente del Municipio Valpolcevera si è fatto portavoce della grande preoccupazione della comunità polceverina di fronte al proliferare di questi insediamenti, anche se muniti di regolare autorizzazione: «Nel recente passato ho ricevuto cittadini, genitori, dirigenti scolastici e tutti mi hanno esternato un forte disagio e la richiesta di porre un limite alla diffusione di tali attività».
Proprio in questi giorni anche il cardinale Bagnasco ha aggiunto la sua autorevole voce al coro di chi denuncia il grave pericolo in atto. Al problema della diffusione delle macchinette mangiasoldi non sono purtroppo estranei numerosi circoli della nostra associazione, e proprio su questo fenomeno stiamo riflettendo regionalmente, oltre che nazionalmente.
La settimana scorsa la presidenza di Arci Liguria ha dibattuto sugli strumenti da mettere in campo per disincentivare l’utilizzo dei videopoker nelle basi associative, senza atteggiamenti moralistici e senza dimenticare che il problema non è solo ‘nostro’ ma più in generale del Paese. Infatti il primo ‘biscazziere’ d’Italia è proprio lo Stato, attraverso le sue società, tra le altre cose debitrici verso noi cittadini di oltre 92 miliardi di euro; uno Stato che in un modo o nell’altro, attraverso manovre finanziarie o il gioco d’azzardo, continua a colpire i suoi cittadini più in difficoltà.