Librino, banlieu di Catania, 5 giugno, poche ore alla fine della prima fase di carovana 2012, i tanti giornalisti accorsi ci chiedono perché abbiamo scelto di passare da una delle periferie più degradate di questa città. La risposta è già nella domanda. Carovana ha preferito ai convegni negli alberghi la presenza sulle strade, alle mega manifestazioni gli incontri nelle scuole. Il nostro viaggio si è fatto ancora più maturo, o almeno è percepito così. Maturo per forza perché siamo consapevoli che, dopo Brindisi, qualunque sia stata la causa di tanto orrore, tante cose sono cambiate.
La responsabilità l’abbiamo sentita già nell’attraversare la Campania con le tante tappe nei luoghi simbolo del ‘sistema’ (o camorra) ma anche dell’antisistema, l’antimafia sociale: si pensi alla Radio web che trasmette dal bene confiscato o l’aver incontrato la comunità di Pagani, comune da poco disciolto per infiltrazioni mafiose.
A Lamezia, davanti al Palazzo di Giustizia a rischio chiusura, abbiamo registrato la fiducia e la speranza che la Carovana potesse amplificare le rivendicazioni dei cittadini lametini a conservare il proprio Tribunale come presidio di legalità.
Fino a Niscemi, penultima tappa, a scoprire un mostro elettromagnetico che corrode e infetta il nostro territorio. Tappe queste, dove è stato possibile, e necessario, raccordare vertenze, costruire reti, fare società insomma. Perché questo è il vero progetto di questa edizione della Carovana: lavorare per la costruzione di una società che è diversa non solo perché si compiono azioni contro le mafie, ma già nel suo mettersi in gioco amplificando la corresponsabilità dei singoli.
Materiale disponibile qui
– la locandina della Carovana
– il pieghevole della Carovana
– il calendario con tutte le tappe
– il calendario con le tappe in Trentino, Friuli, Veneto (2-6 maggio), Emilia Romagna (6-11 maggio), Abruzzo (16 maggio), Puglia (17-22 maggio)
– un articolo di Alessandro Cobianchi
– un’intervista a Franco La Torre
– la lista dei film