Introdurre il reato di tortura in Italia: una questione politica e di civiltà

Di Marco Solimano, Garante dei detenuti del Comune di Livorno.

In Italia non esiste ancora il reato di tortura. Il 10 dicembre 1984 l’Assemblea Generale dell’ONU adotta una Convenzione contro pene e trattamenti crudeli, inumani o degradanti ed obbliga gli Stati aderenti ad adottare apposite leggi in merito. Un numero importante di Paesi, nel corso del tempo, ha legiferato in merito. In Italia, invece, dopo quasi trenta anni ancora nulla è accaduto, nonostante importanti campagne, quale quella promossa da Antigone, cui l’Arci partecipa, abbiano inteso sollecitare il Parlamento a colmare questa lacuna.
La Commissione parlamentare incaricata di mettere insieme i diversi disegni di legge, faticosamente, ha approvato all’unanimità un testo che, appena approdato in aula è stato sabotato da PDL, Lega ed UDC e rinviato in Commissione. Tutto questo è inaccettabile e umiliante per quanti, negli ultimi tempi, hanno perso la vita, vittime di una violenza cieca e spesso impunita, ed offensivo per i loro familiari.
L’introduzione del reato di tortura è una questione politica e di civiltà e riguarda il delicato rapporto fra cittadini e istituzioni e la concezione democratica e la lealtà di chi lavora per lo Stato e per le forze di polizia. Le rappresentazioni e i numeri che arrivano dalle carceri italiane e dai Cie sono agghiaccianti, così come le tante drammatiche vicende che hanno attraversato il nostro Paese dal G8 di Genova in poi.
Cucchi, Aldovrandi e tanti altri ancora ci portano a ritenere che l’introduzione del reato di tortura, come crimine specifico delle forze di polizia, sia oramai non più dilazionabile. E le obiezioni secondo le quali una legge sulla tortura metterebbe in dubbio l’affidabilità e l’onorabilità delle varie forze di polizia non trova fondamento, anzi una legge specifica avrebbe una valenza esattamente contraria, responsabilizzare cioè gli agenti, isolare i violenti e quanti abusano del proprio ruolo e garantire quanto più possibile l’integrità e la dignità dei cittadini. A questo punto è importante che le forze parlamentari progressiste assumano la questione fino in fondo, come questione dirimente per la qualità della nostra vita democratica e per la tutela dei diritti dei cittadini evitando ulteriori slittamenti, cercando di portare a compimento un provvedimento oramai ineludibile.

Noi continueremo a fare la nostra parte.

Info: solimano@arcilivorno.it