A Firenze per trovare insieme soluzioni alla crisi

di Jan Robert Suesser, vicepresidente del Forum Civico Europeo

 

Il Forum Civico Europeo, nato nel 2005, comprende più di cento associazioni di più di venti paesi dell’Unione Europea. Il suo obiettivo e far sì che la voce della società civile organizzata sia pienamente presa in considerazione nel processo di decisione europeo. Si tratta della legittimità delle politiche pubbliche e della loro valutazione. Senza tenere conto a livello istituzionale della parola ‘associativo’, non si può avere né sentimento d’appartenenza a un progetto condiviso, né una cittadinanza europea duratura.

Constatando quanto le politiche messe in campo in questi tempi di crisi economica e monetaria sacrifichino la dimensione sociale e democratica del progetto europeo, il Forum Civico Europeo ha deciso di partecipare a Firenze 10+10 per confrontare le sue analisi e le sue attività con quelle di altri attori preoccupati per la dimensione sociale e democratica. Finora la maggior parte delle nostre iniziative e delle nostre campagne si sono svolte nel quadro delle questioni istituzionali della costruzione europea.

Dal 2012, con una coalizione di reti di associazioni, abbiamo ottenuto che una parte maggioritaria dei parlamentari europei si impegnasse per iscritto nella creazione di uno statuto europeo per le associazioni. Attualmente, stiamo promuovendo un’Alleanza di più di quaranta grandi reti di associazioni europee per far sì che l’anno 2013, dichiarato dall’UE Anno della Cittadinanza, non sia solo la promozione di una cittadinanza ridotta alla mobilità delle persone. Con la crisi, constatiamo le conseguenze inquietanti in termini di cittadinanza derivanti dalle scelte dei politici per farvi fronte. Queste politiche sembrano condurre a un indebolimento dei concetti di ‘futuro condiviso’ e di ‘solidarietà’, che in precedenza la politica aveva sempre presentato come gli obiettivi del processo di integrazione europea. All’interno di un’U­nio­ne Europea più ricca che mai, le di­suguaglianze aumentano tanto tra paesi, che all’interno della maggior parte di essi. Lo spazio dell’economia è uno spazio europeo integrato che permette la concentrazione geografica delle ricchezze prodotte. Lo spazio del sociale resta invece uno spazio nazionale, i paesi con le economie più deboli hanno quindi meno mezzi per attuare le politiche pubbliche necessarie al benessere nelle loro società e per realizzare le redistribuzioni necessarie alla lotta contro l’esclusione. Populismo e derive nazionaliste non possono che prosperare su un tale terreno. E la cittadinanza, che necessita di inclusione sociale e democratica, di conseguenza non può che regredire. Constatiamo anche un declino del dibattito pubblico all’interno dello spazio nazionale di ciascun paese quando invece c’è l’urgenza di poter pensare il futuro europeo e agire in questo senso come fosse un progetto condiviso. No, il lavoratore greco non è un fannullone In tempi di crisi, la comprensione di queste questioni da parte dei cittadini europei merita altro rispetto a questi luoghi comuni. Per il Forum Civico Europeo, non c’è più grande urgenza che confrontare le realtà delle nostre società per superare gli ostacoli sulla strada verso una costruzione europea solidale che assicuri l’accesso di tutti e tutte ai diritti fondamentali. La questione è quindi come rendere reali le parole positive del Trattato di Lisbona. La società civile organizzata porta concretamente l’idea della cittadinanza attraverso proprie iniziative che si basano sui suoi valori, le capacità e le esperienze dei suoi membri che per le loro azioni quotidiane contribuiscono al bene comune. Ciò che viene fatto nello spazio locale e nello spazio nazionale, trova compimento nello spazio europeo. Noi speriamo che Firenze 10+10 ci offrano l’opportunità di lavorare insieme alle società civili organizzate dei rispettivi paesi e di trovare insieme le soluzioni per poter superare le divisioni nazionali. Arrivederci a Firenze !