L’Arci e le elezioni: il senso di un impegno

La campagna elettorale sta entrando ormai nel vivo. Nella recente conferenza di organizzazione tenutasi a Tivoli, l’Arci ha deciso di impegnarsi con forza in questa scadenza che si annuncia decisiva per il futuro dell’Italia. Sosterremo le forze progressiste che sono in campo per costruire un’alternativa nel governo del paese, a partire dai contenuti e dalle proposte del nostro programma, con l’autonomia che ha sempre caratterizzato un’associazione plurale e indipendente come la nostra.

Un aspetto inedito della nostra presenza in questa campagna elettorale è dato stavolta dalle candidature di esponenti dell’associazione. In liste diverse della sinistra sono infatti presenti importanti dirigenti dei comitati territoriali e lo stesso presidente nazionale. Pensiamo che la possibile elezione di uomini e donne dell’Arci al Parlamento sia un riconoscimento della qualità dei nostri dirigenti ma soprattutto del ruolo che tutta l’associazione ha svolto in questi anni, della stima e della credibilità che si è conquistata tanto a livello nazionale che nei territori.

Per quanto mi riguarda, ho deciso di accettare la proposta che mi è stata fatta dal Partito Democratico dopo essermi consultato con gli altri componenti della presidenza, che mi hanno incoraggiato in tal senso. Fermo restando il presupposto per noi imprescindibile dell’autonomia dell’Arci, abbiamo valutato tale proposta come un segnale importante di apertura nei confronti del terzo settore e un’opportunità per tutta l’associazione. Pensiamo infatti che, tanto più in una fase di grandi difficoltà per il paese e per le stesse organizzazioni sociali, c’è bisogno che il ruolo prezioso e spesso insostituibile dell’associazionismo e del terzo settore sia adeguatamente rappresentato anche nelle sedi istituzionali, nonché sostenuto e tutelato attraverso l’attività legislativa.

Non saremo soli in questo sforzo, perché sono tante le figure rappresentative di esperienze associative e di movimento a noi molto vicine fra i candidati delle diverse liste della sinistra. È questo un fatto nuovo, che apre la prospettiva di una sperimentazione stimolante per il mondo dei movimenti sociali e del terzo settore. Abbiamo scelto di cimentarci in una sfida inedita per chi finora aveva agito il proprio impegno politico solo fuori dalle istituzioni, consapevoli di poter offrire un contributo originale alla ricostruzione della politica dando voce e rappresentanza ai temi e ai soggetti della militanza sociale.

Paolo Beni