‘Se sai contare inizia a camminare’: partirà da Tunisi il 30 marzo la Carovana antimafie 2013

Ci si mette in viaggio quando si vogliono visitare luoghi diversi da quello in cui viviamo e operiamo e quando vogliamo conoscere persone che hanno da raccontare cose nuove che neanche si immagina di potere scoprire. A volte ci si mette in viaggio quando si vuole andare a trovare qualcuno e poter rafforzare con la presenza fisica la nostra intenzione di essere parte importante della sua esistenza e del suo percorso. Altre per portare qualcosa di noi nei luoghi che si attraversano. La Carovana Antimafie si mette in viaggio esattamente per le ragioni intrinseche al viaggiare stesso. Non si tratta soltanto di una dislocazione di iniziative e lotte nel territorio collegate da un solo pensiero portante, si tratta soprattutto della possibilità di costruzione di relazioni tra le persone e di reti comunitarie, puntando l’attenzione sulla questione della costruzione di luoghi di aggregazione, di spazi di socialità, di luoghi per combattere il degrado e la marginalità sociale – terreni in cui le mafie e la criminalità prosperano – attraverso la costruzione di una mappa reale attraversata da un viaggio vero.

Il viaggio della Carovana Antimafie attraversa il territorio con un percorso a tappe che si propone di portare solidarietà a coloro che in prima fila operano per la legalità democratica e la giustizia sociale, per dare opportunità di crescita sociale, per sensibilizzare le persone affinché tengano alta la tensione antimafia, per promuovere impegno sociale e progetti concreti. La Carovana si mette in viaggio e percorre migliaia di chilometri dunque per animare il territorio e porre l’accento su questioni che si legano con le questioni della democrazia, della legalità, della lotta alle mafie, come uno strumento di contaminazione che permetta di sperimentare nuove forme di partecipazione, favorire dinamiche di coesione sociale e di produzione di beni relazionali. Per questo momenti salienti della Carovana sono proprio i passaggi del testimone da tappa a tappa, rappresentati fisicamente dall’arrivo e dalla partenza dei furgoni di Carovana con a bordo i carovanieri, ovvero i ‘narratori’ ufficiali del lavoro di antimafia sociale, coloro che quotidianamente – attraverso gli incontri con i parenti delle vittime di mafia, partecipando ai campi della legalità sui beni confiscati, elaborando modalità e strumenti nuovi di lotta alle mafie – arricchiscono e si spendono sui propri territori.

Nel 2013 i temi economici legati alla crisi continueranno ad essere al centro del dibattito politico. È necessario proporre al paese una discussione urgente ed efficace sul tema della illegalità economica – in tutte le sue implicazioni – come uno dei principali fattori che comprime la qualità della nostra economia e ne compromette future possibilità di sviluppo. La prossima carovana antimafie dovrà costituire un utile laboratorio su questi temi, promuovendo un approccio propositivo, che faccia emergere le molte buone pratiche sperimentate negli ultimi anni da tanta parte di società civile e di enti locali. Per questo carovana racconterà un’altra Italia: quella degli amministratori che hanno sottoscritto la Carta di Pisa anticorruzione, dei milioni di cittadini che hanno sottoscritto per le campagne ‘Corrotti’ e ‘Riparte il Futuro’, o la legge di iniziativa popolare sulle aziende sequestrate e confiscate. La stessa Italia che rifiuta di pagare il pizzo, che non abbassa la testa di fronte agli usurai, che si impegna nel riutilizzo sociale dei beni confiscati come strumento di rilancio di una nuova economia basata sul nesso tra lavoro e legalità.

 

In allegato la locandina della Carovana 2013