Addio Maestro. Il saluto dell’Arci a un grande artista, che seppe unire l’amore per la musica all’impegno civile e sociale

L’Arci si unisce al cordoglio del mondo intero per la scomparsa di Claudio Abbado, grandissimo musicista e direttore d’orchestra, uomo di cultura e senatore della Repubblica italiana. Nella sua vita diresse le orchestre più prestigiose e fu direttore alla Scala di Milano per molti anni. Il suo modo di intendere la musica non fu mai legato all’accademia o all’intrattenimento seppure colto. Per lui la musica aveva anche una funzione educativa e partecipativa nella vita civile. Per questo grande fu la sua attenzione particolarmente nei confronti dei giovani e di coloro che per condizioni sociali ed economiche avevano difficoltà di accesso alle attuali istituzioni musicali.

Per rafforzare queste sue convinzioni fu importante il suo soggiorno in Venezuela, dove potè constatare quanto l’esperimento delle orchestre giovanili fosse decisivo per l’educazione civile e morale delle nuove generazioni, in un contesto allora particolarmente difficile. Nel 1972 diede vita ai concerti per i giovani e i lavoratori, iscrivendosi in quel movimento culturale – di cui fu anche espressione Maurizio Pollini – che voleva riportare la musica tra i ceti popolari e nelle fabbriche in lotta.

Piangiamo oggi non solo l’ artista, l’interprete meticoloso e creativo dei più grandi autori della storia della musica sinfonica, ma anche l’uomo impegnato nella vita civile e sociale.

Ricordiamo la sua adesione generosa e appassionata alla campagna, promossa dall’Arci, di raccolta di strumenti musicali da donare alle scuole di musica cubane.

Così come la sua recente battaglia, che purtroppo non ebbe successo, perché Milano fosse ripopolata da migliaia di alberi, a dimostrazione di una coscienza ecologica ancora poco diffusa negli ambienti culturali italiani.

Addio Maestro. Non bastano i Requiem dei più grandi autori che tu hai diretto, ridando loro nuova vita, a renderti omaggio. Per questo ti porteremo sempre con noi.