Intervista a Roberto Mazzei, neo presidente del comitato di Bergamo


Roberto Mazzetti succede a Massimo Cortesi nel ruolo di presidente provinciale dell’Arci di Bergamo. Di seguito, il testo dell’intervista.
Quando e come hai incontrato l’Arci?
Ho conosciuto l’Arci perché facevo parte di un piccolo circolo e finita l’università, nel lontano 1990, ho fatto l’obiettore di
coscienza all’Arci provinciale. È stata un’esperienza unica nella quale ho conosciuto persone, passato nottate alla Festa dell’Unità per presidiare il nostro stand, montato e smontato palchi per gli spettacoli, girato sagre per proiettare film con un videoproiettore che doveva essere tarato a mano (alcuni si ricordano film con colori improponibili). Ho continuato a collaborare con Arci organizzando corsi di
storia del cinema e del teatro ed infine ho sempre cercato di assistere i circoli come professionista per risolvere i vari problemi che di volta in volta si presentavano (in particolare alcune amministrazioni leghiste che cercavano in tutti i modi di far chiudere i circoli). Nell’ultimo anno sono entrato nella Presidenza dell’Arci provinciale ed ora inizio con entusiasmo questa nuova esperienza. In sintesi, si può dire che l’Arci abbia sempre accom pagnato la mia vita in vario modo. Io ne sono sempre stato innamorato e adesso mi sono fidanzato ufficialmente.
Quali saranno le principali proposte programmatiche che caratterizzeranno la tua presidenza?
Il primo presupposto è quello di continuare la linea della presidenza e di avvalermi  delle competenze di chi da anni lavora e gestisce l’Arci di Bergamo. In particolare mi piacerebbe rafforzare ulteriormente i rapporti tra provinciale e circoli e cercare di creare una rete tra circoli, sia per far conoscere e sviluppare esperienze positive sia per ottenere economie di scala più convenienti. Altro aspetto da sviluppare è quello della partecipazione a bandi pubbli ci, ma non solo, anche a scala europea. Per trasformare il concetto di partecipazione da semplice parola a comportamento concreto, abbiamo costituito alcuni gruppi di lavoro che devono essere perfezionati,
migliorati, ma che stanno già dando alcuni buoni risultati. Infine il concetto di fondo che mi è particolarmente caro è quello di
 rafforzare e sviluppare l’idea che i circoli sono luoghi di incontro e di coesione sociale in un momento in cui la società è sempre più individualista e disgregata. Su come riuscire a raggiungere tutto questo si può discutere, ma sono sicuro che nel mondo Arci esperienze positive da cui trarre spunto ve ne sono molte, anche a Bergamo.
Quali difficoltà vive attualmente la pro vincia di Bergamo, rispetto alle quali l’Arci può stabilire delle priorità di intervento?
La Provincia di Bergamo ha problemi comuni al resto d’Italia, i più significativi sono il lavoro, la casa, l’integrazione, e la mancanza di coesione sociale che porta a tensione ed intolleranza. I circoli Arci sono un baluardo, creano lavoro (gestori circoli, insegnanti di danza, lingue e di tutti gli altri corsi), forniscono servizi, realizzano attività culturali, ma soprattutto sono luoghi dove spesso le persone
di diversa estrazione, età e provenienza si incontrano. Una delle attività che sto svolgendo in questi mesi è quella di vi sitare i circoli partecipando a direttivi e riunioni soprattutto per verificare quali sono le esigenze e i problemi e riuscire ad identificare soluzioni. Tutte queste attività cercheremo di svilupparle così come i percorsi per l’integrazione che non vuol dire solo fornire servizi (corsi di
italiano, informazioni, aiuto burocratico giuridico), ma coinvolgere tutti nell’Arci.La vera integrazione ci sarà quando al mio posto ci sarà un presidente di origine africana o sudamericana.