Di Silvia Still direttrice Arcs
Si è concluso il programma di attività delle Ong italiane aderenti a Concord Italia per il semestre di Presidenza italiana dell’Ue. Il 19 febbraio è stato presentato pubblicamente e discusso con esponenti della Commissione europea e della DGCS MAECI, con il Viceministro alla cooperazione internazionale Pistelli e con alcuni parlamentari il dossier di valutazione di come le priorità proposte dalla società civile sono state o meno accolte e fatte proprie dall’Europa. Interessanti in primis i materialiprodotti sulla coerenza delle politiche (commerciali, migratorie, agricole, di cooperazione internazionale) in un’idea di Europa dei cittadini, accogliente e impegnata nella lotta alle povertà, per i beni comuni e i diritti globali. Al centro la ‘New Narrative’ in cui il tema migranti, rifugiati, cosviluppo è
visto come prospettiva di cambiamento in grado di promuovere una lettura aggiornata e fattiva della cooperazioneinternazionale e della risposta alla crisi: dalla tragedia di Lampedusa del 2013 a quelle più recenti, nella denuncia di strategie insufficienti, con la cancellazione di Mare Nostrum, nel nome di una ‘sicurezza’ che non è in grado di affrontare l’emergenza umanitaria e di bloccare i traffici ‘disumani’. Occorre insistere sulla ‘New Narrative’ proposta da Concord Italia, lavorando per un suo aggiornamento e approfondimento in progress, coinvolgendo altri attori, a partire dai soggetti che più lavorano sull’accoglienza, dalle comunità di immigrati stesse, agli amministratori e le comunità locali, ai parlamentari italiani. Il tema delle migrazioni si incrocia sempre più con le ‘crisi globali’, dalle guerre civili regionali alle pandemie fino ai cambiamenti climatici: dobbiamo esserne sempre più coscienti. E si articola in una mobilità di individui in fuga o in viaggio, come esperienza obbligata o volontaria di cittadine e cittadini alla
ricerca di una nuova ragione di vita, che vanno dai ‘Sud’ ai ‘Nord’, dentro ai‘Sud’ e che sempre più riguarderanno l’Europa tutta non solo in quanto area di accoglienza, ma come territorio di mobilità interna essa stessa. Laddove le misure antiterrorismo a ‘protezione’
del vecchio continente irrigidiranno gli accordi di Schengen, ripristinando le frontiere. Politica interna ed estera insieme hanno di fronte l’interrogativo di sempre su quale ruolo l’Europa si voglia dare nel Mediterraneo. L’Italia è al centro, eppure questo semestre presidenziale è trascorso nel silenzio,anzi, portando a casa Triton con le tragedie umanitarie: la società civile della solidarietà e della
cooperazione non esprime solo denuncia e preoccupazione, fa proposte prima di tutto ad un parlamento, in Italia, che chiama ad essere consapevole e impegnato nel recupero dell’ulteriore tempo perduto, in un lavoro costante e di ‘pungolo’ anche verso i colleghi europei. Da Kobane a Lampedusa, passando per la Libia, per sostenere chi vuole la democrazia e la pace, tutelare chi è vittima di soprusi, orrore e cancellazione di diritti e dignità