Disponibili al confronto sui temi, ma noi restiamo auonomi

Spettacolo alla Casa Circondariale di Livorno

Di Francesca Chiavacci Presidente Nazionale Arci

Da tempo diciamo che il cambiamento di cui ha bisogno davvero il nostro Paese deve avere nei suoi contenuti le istanze di uguaglianza e giustizia sociale, di allargamento dei diritti. Insomma, è un’urgenza la «rimozione (di cui parla l’art. 3 della Costituzione) degli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona
umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese». Purtroppo questa urgenza oggi non sempre sembra essere condivisa e considerata prioritaria dal dibattito pubblico, nella politica istituzionale con molta fatica si fa spazio, e le rappresentanze sociali per le quali è un’urgenza molto sentita agiscono in un contesto difficile.In questi giorni ha fatto molto discutere la cosiddetta ‘coalizione sociale’ lanciata dalla Fiom. L’Arci aveva ricevuto una lettera di invito a una riunione che avrebbe discusso di programmi e obiettivi comuni. L’incontro si è svolto a porte chiuse il 14 marzo scorso nella sede del sindacato dei
metalmeccanici della Cgil e sempre su questo tema parteciperemo il prossimo 23 marzo a Firenze ad un incontro pubblico. Crediamo che le ragioni del gran polverone sollevato siano dovute in particolar modo al trattamento e alla gestione mediatica della notizia, che hanno prodotto uno schiacciamento della questione sul risvolto ‘elettorale’ che una simile iniziativa avrebbe potuto comportare.
Per quanto ci riguarda, abbiamo accettato l’invito a partecipare e ad ascoltare le proposte che sarebbero state e verranno avanzate. Come sempre, abbiamo ribadito e ribadiremo che siamo una associazione culturale, di carattere popolare, di sinistra. E ancor prima ci teniamo a riaffermare che il principio base a cui ispiriamo la nostra azione è l’autonomia. Di questa autonomia siamo gelosi, perché ci ha consentito di sviluppare l’esistenza dell’Arci nel segno dell’unità tra sensibilità diverse, di essere un soggetto radicato nei territori, di essere un’organizzazione inclusiva di tutte le opinioni che attraversano il pensiero e le pratiche di sinistra del nostro Paese. Ed è sulla base di questo assunto che in questi anni e per il futuro partecipiamo e parteciperemo a reti e alleanze che presentano sul piano dei contenuti punti di comune interesse con altre organizza zioni. Il nostro ruolo è quello di diffondere cultura, e in particolare cultura dei diritti
e della giustizia sociale. Con questo spirito proseguiremo la nostra azione. Siamo interessati (come sempre facciamo anche con altri soggetti su singole campagne) a prendere parte a tavoli, sedi, occasioni, iniziative che possano essere foriere di una diffusione dei nostri contenuti nella società italiana. Ma questo, per noi, non può tradursi in una sorta di chiusura in recinti o particolari collocazioni, o, peggio, farci cadere in una logica di schieramento perché significherebbe limitare la nostra natura di soggetto indipendente e plurale.
Allo stesso tempo ci sentiamo di ribadire con forza che appare un’operazione rischiosa contrapporre il ruolo delle forze della società a quello dei partiti. E per questo non siamo interessati a nessun progetto che abbia finalità elettorali, che consideriamo velleitarie e dannose per il nostro associazionismo. Siamo disponibili a discutere, siamo disponibili a partecipare ad un ragionamento teso a rendere più forti pensieri e pratiche di sinistra rinnovati e capaci di
aggregare, ma non siamo disposti a sposare proposte che rischino di trasformare il nostro prezioso ruolo di promozione sociale e culturale o di precluderci la nostra possibilità e capacità di interlocuzione,
nella nostra autonomia, con partiti e istituzioni… e vigileremo, come sempre, affinchè questo non avvenga.

“C’è una città come tante. Ricca, avida, opulenta, consumista.
C’è una città come tante. Mal governata.
C’è una città invasa da topi. Topi che non si nascondono, ma escono allo scoperto per mangiarsi tutto.
Il governo non può più far finta di niente e promette “una bella poltrona” nel palazzo granducale a chiunque riesca a liberare la città dalla piaga dei topi.”

Chi volesse partecipare come pubblico allo spettacolo “Topo dopo topo” regia di Lara Gallo e Francesca Ricci, per il giorno 20 dicembre 2023 alle ore 14.00 all’interno della Casa Circondariale di Livorno, dovrà inviare il proprio nome e cognome, luogo e data di nascita al seguente indirizzo mail

prenotazionicarcere@gmail.com

entro e non oltre il 5 dicembre 2023.

I nominativi saranno oggetto di controlli da parte dell’Amministrazione penitenziaria, pena la non possibilità di partecipazione allo spettacolo.

Lasciate ogni smartphone in macchina, oh Voi che entrate.

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