Israele sceglie la destra. Il risultato elettorale allontana il processo di pace con la Palestina

Spettacolo alla Casa Circondariale di Livorno

Di Franco Uda, coordinatore commissione Nazionale Arci Pace, solidaietà internazionale e cooperazio

Benjamin Netanyahu ha indiscutibilmente vinto le elezioni in Israele, e questa vittoria è tanto più importante, per lui e per il «suo Likud», quanto più la si considera all’interno delle fallaci previsioni iniziali, che, a soli 3 giorni dal voto, davano favoriti gli avversari del centrosinistra Campo Sionista. Avendo portato a casa 30 seggi sui 120 totali della Knesset, potrà formare, diversamente da
quanto auspicato dal Capo dello Stato Rivlin che puntava su un governo di unità nazionale, un’alleanza governativa di centrodestra che, sulla carta, potrà arrivare a disporre di 67 seggi parlamentari. La sua rimonta è dovuta a uno spregiudicato utilizzo di tutto l’armamentario retorico del radicalismo conservatore della destra sionista unitamente all’errore dei leader del centrosinistra, Herzog e Livni, che hanno accettato di trasformare queste elezioni in un referendum sul premier uscente. È stato abile, Bibi, a puntare tutto sulla sicurezza, vera vincitrice culturale della tornata elettorale, facendo leva sui
sentimenti di paura della società israeliana, da tempo alimentati e coccolati dalla destra del Paese, per mettere sotto il tappeto il tema della crisi economica, che da diversi anni morde il tessuto della middle class. Israele continuerà ad affrontare i suoi demoni come un
Paese che si sente accerchiato, in trincea, una sorta di Sparta superarmata che fa della paura qualcosa di più di una linea di governo, con buona pace del riconoscimento dello Stato di Palestina, dei negoziati per il processo di pace, per lo stop agli insediamenti nella West Bank. Tuttavia Netanyahu per raggiungere questa corposa quota di maggioranza dovrà portare con sè anche qualche ospite scomodo, come gli ortodossi sefarditi di Shas e United Torah Judaism, partiti che faranno pesare le proprie ‘cambiali politiche’ nel futuro governo. La novità elettorale viene dalla Lista Unita dei 4 partiti arabi israeliani che, raggiungendo i 14 seggi, risulta la terza forza del Paese e si appresta a svolgere il proprio ruolo come forza di opposizione. Questo scivolamento a destra del baricentro politico in Israele avrà delle conseguenze importanti nel processo di pacificazione con la Palestina, nei delicati equilibri dell’area mediorientale, nella comunità
internazionale. La netta contrarietà di Netanyahu alla formazione di uno Stato Palestinese, così come auspicato e chiesto da una buona parte della comunità internazionale, porrà i Palestinesi di fronte all’improrogabile necessità di una loro unità politica, visti i commenti post elettorali molto differenti che vi sono stati tra Anp e Hamas. La scelta di una «intifada diplomatica», così come già la si denomina a Ramallah, sembra l’unico spazio d’azione possibile, che spaventa molto Israele perchè non riducibile a un braccio di ferro armato di cui già si conoscono gli esiti. La Lega Araba ha già esternato le proprie preoccupazioni rispetto all’esito elettorale soprattutto per
i rapporti tra Israele e i Paesi dell’area, in primis l’Iran. Ugualmente Obama avrebbe preferito un esito differente proprio per le divergenze con Netanyahu sia riguardo il processo di pace israelo-palestinese sia per le relazioni tra Tel Aviv e Teheran. Da parte della società civile internazionale si deve sicuramente procedere con la pressione per il riconoscimento dello Stato di Palestina, per l’interruzione
dei rapporti militari e di commercio di armi con Israele, per delle campagne di boicottaggio dei prodotti provenienti dalle
colonie in Cisgiordania e per un’azione più decisa di solidarietà internazionale e di cooperazione col popolo palestinese.
L’Arci, preoccupata per l’esito elettorale, potrà fare la propria parte, insieme ad altri, in questo difficilissimo passaggio, capitalizzando le proprie buone relazioni con la società civile palestinese e israeliana che non si arrendono alle logiche contrappositorie che sembrano dominare nelle scelte degli israeliani.

“C’è una città come tante. Ricca, avida, opulenta, consumista.
C’è una città come tante. Mal governata.
C’è una città invasa da topi. Topi che non si nascondono, ma escono allo scoperto per mangiarsi tutto.
Il governo non può più far finta di niente e promette “una bella poltrona” nel palazzo granducale a chiunque riesca a liberare la città dalla piaga dei topi.”

Chi volesse partecipare come pubblico allo spettacolo “Topo dopo topo” regia di Lara Gallo e Francesca Ricci, per il giorno 20 dicembre 2023 alle ore 14.00 all’interno della Casa Circondariale di Livorno, dovrà inviare il proprio nome e cognome, luogo e data di nascita al seguente indirizzo mail

prenotazionicarcere@gmail.com

entro e non oltre il 5 dicembre 2023.

I nominativi saranno oggetto di controlli da parte dell’Amministrazione penitenziaria, pena la non possibilità di partecipazione allo spettacolo.

Lasciate ogni smartphone in macchina, oh Voi che entrate.

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