La legge deroga sulla riforma del Terzo Settore è sbarcata alla camera. Aspetti positivi e criticità secondo l’Arci

Spettacolo alla Casa Circondariale di Livorno

Di Francesca Chiavacci, Presidente Nazionale Arci.

Il disegno di legge delega sul Terzo Settore è sbarcato nell’aula della Camera, e probabilmente verrà licenziato giovedì prossimo. È sicuramente positivo il fatto che questo complesso argomento sia al centro dell’attenzione delle istituzioni. E che l’iter abbia conosciuto anche il confronto attraverso 80 audizioni di esperienze legate al sociale, oltre che alcune significative modifiche nel lavoro della Commissione Affari Sociali. A ciò si aggiunge la volontà di mettere mano, e si spera ordine, nella messe di stratificazioni legislative che fino ad ora hanno contraddistinto la disciplina sul terzo settore. Inoltre la legge delega si occupa dell’istituzione del servizio civile universale. Elemento di non poco conto, che potrebbe rappresentare una felice novità per la società italiana. Anche se va precisato che non si fa menzione della proposta di istituzione dei corpi civili di pace e non sono presenti, a oggi, risorse finanziarie sufficienti per realizzarlo così come viene descritto. Le criticità iniziano quando ci si pongono le prime domande sull’impianto culturale complessivo, su  cosa sembra che la legge delega voglia individuare come ‘sociale’. E questo è il primo aspetto su cui bisognerà tenere alta la guardia.

Auspichiamo e lavoreremo affinché la legge delega disegni dei contorni, dei paletti il più puntuali possibile su ciò che debba essere riconosciuto come ‘fare sociale’. Un altro aspetto importante è il tentativo di armonizzare la legislazione che riguarda questo mondo, partendo innanzitutto dall’esistente, valorizzandone le peculiarità e premiandone la funzione. E per noi sarebbe importante che quest’armonizzazione potesse prevedere l’equiparazione delle agevolazioni previste per le diverse forme organizzative dell’associazionismo (associazione di promozione sociale, volontariato e promozione sportiva). L’aspetto che fino ad ora ci dà più pensiero è l’eccessiva concentrazione del dibattito e dell’attenzione sul tema dell’impresa sociale, aprendo il terzo settore al low profit, e allargandone le maglie e il campo di attività. Per alcuni motivi. Sicuramente perché è molto forte il pericolo che con questa operazione si facciano rientrare nell’alveo del terzo settore realtà che col no profit hanno ben poco a che fare, ma sono interessate a sfruttare i meccanismi del welfare italiano per fare utili. Inoltre non ci sembra che accanto alla legge delega ci sia, per ora,  l’intenzione di alcun impegno finanziario finalizzato al sostegno di una realtà complessa come il terzo settore. Per quanto riguarda noi, l’Arci, la preoccupazione cresce. Perché proprio questa eccessiva concentrazione dell’attenzione sull’impresa rischia di trascurare e marginalizzare l’associazionismo partecipativo e democratico, che la nostra esperienza di promozione sociale rappresenta. La dimensione economica del nostro associazionismo, che è fuori dalla logica del profitto, così come quella di altre associazioni di promozione sociale, non può assolutamente essere assimilata ad altro. La nostra attività di somministrazione ai soci, quella dell’educazione popolare e della socialità,  non può essere considerata come mera attività commerciale. E dunque ci auguriamo che venga confermato e rafforzato il riconoscimento del valore strumentale, legato all’autofinanziamento per il raggiungimento delle finalità di tipo sociale, delle attività economiche delle nostre basi associative. Insomma, con molta attenzione e cautela (si tratta di una legge delega, importanti saranno i decreti attuativi) guardiamo al dibattito del Parlamento; abbiamo sottoposto le nostre proposte di modifica ai parlamentari e speriamo che, se non altro, la discussione istituzionale riporti come priorità dell’agenda politica la valorizzazione e il riconoscimento del Terzo Settore come motore fondamentale per la crescita e la ricostruzione della partecipazione e della democrazia nel nostro paese.

 

ArciReport numero 12, 2 aprile 2015

“C’è una città come tante. Ricca, avida, opulenta, consumista.
C’è una città come tante. Mal governata.
C’è una città invasa da topi. Topi che non si nascondono, ma escono allo scoperto per mangiarsi tutto.
Il governo non può più far finta di niente e promette “una bella poltrona” nel palazzo granducale a chiunque riesca a liberare la città dalla piaga dei topi.”

Chi volesse partecipare come pubblico allo spettacolo “Topo dopo topo” regia di Lara Gallo e Francesca Ricci, per il giorno 20 dicembre 2023 alle ore 14.00 all’interno della Casa Circondariale di Livorno, dovrà inviare il proprio nome e cognome, luogo e data di nascita al seguente indirizzo mail

prenotazionicarcere@gmail.com

entro e non oltre il 5 dicembre 2023.

I nominativi saranno oggetto di controlli da parte dell’Amministrazione penitenziaria, pena la non possibilità di partecipazione allo spettacolo.

Lasciate ogni smartphone in macchina, oh Voi che entrate.

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