A 3 anni dal deposito delle firme, le leggi sulla cittadinanza e il diritto di voto sono ancora un miraggio

Più di 3 anni fa, il 6 marzo 2012, sono state depositate oltre 200mila firme per chiedere al Parlamento la revisione della legge sulla cittadinanza ed il diritto di voto agli stranieri residenti in Italia: la cittadinanza come diritto soggettivo e l’introduzione dello ius soli; la partecipazione alla vita della comunità e il diritto di voto. Le due proposte di legge di iniziativa popolare sostenute dalla campagna L’Italia sono anch’io, da un lato assegnano allo ius soli, cioè al diritto di essere cittadini del nostro Paese partendo dal luogo nel quale si
nasce e non solo dalla discendenza di sangue, un ruolo di primario rilievo. La cittadinanza viene inoltre a definirsi come diritto soggettivo e legittima aspirazione delle persone a partecipare a pieno titolo alla vita della comunità e della città, dopo un periodo di soggiorno legale sul territorio, e in tempi ragionevoli. Dall’altro, attraverso il riconoscimento del diritto di voto amministrativo per
chi risiede per un periodo congruo (5 anni), si elimina una ingiustizia che rischia di minare sempre più il principio del suffragio universale a livello territoriale, impedendo a milioni di persone di partecipare pienamente alla vita della comunità dove vivono. Va ricordato che l’articolo 3 della nostra Costituzione stabilisce il principio dell’uguaglianza tra le persone, impegnando la Repubblica a
rimuovere gli ostacoli che ne impediscano il pieno raggiungimento. Nei confronti di milioni di persone di origine straniera questo principio è disatteso.
Con oltre un milione di minori stranieri, di cui più di 600mila nati nel nostro Paese e 5 milioni di cittadini stranieri residenti che producono il 10% della ricchezza del Paese, non è più possibile ignorare i loro legittimi diritti di cittadinanza. Nonostante siano passati oltre 3 anni dal deposito delle nostre proposte di legge di iniziativa popolare questi temi importanti non vengono presi in considerazione nell’agenda politica del Governo, mentre il Parlamento ha dedicato solo poche inconcludenti riunioni della I Commissione della Camera all’esame di oltre 20 proposte presentate in materia da più parti politiche, senza fare nessun passo in avanti.
I cittadini stranieri residenti nel nostro paese e gli oltre 100mila cittadini che hanno apposto la loro firma sulle nostre due proposte chiedono l’approvazione di una legge entro la fine della legislatura. Chiediamo al Parlamento di accelerare l’iter legislativo riguardante le proposte di legge cittadinanza e voto, arrivando all’elaborazione di un testo unico condiviso che possa essere portato in tempi
ragionevoli al voto dell’Aula.