Piero Nesi, il ricordo della sua intelligenza politica e della sua curiosità

Di Francesca Chiavacci, Presidente Nazionale Arci.

Pochi giorni fa ci ha lasciato Piero Nesi, per molti anni dirigente Arci di Firenze, presidente del circolo Arci Isolotto, e soprattutto una bellissima persona.Piero possedeva alcune doti fondamentali per un dirigente politico: l’intelligenza e la capacità di pensiero, che una storia politica della sinistra ha coltivato, ha stimolato e che sembra in questi tempi aver perso. La curiosità verso le ‘cose nuove’, il cambiamento e il rinnovamento, insieme però a una memoria preziosa, un’esperienza politica che veniva da lontano. Basti pensare alle tante iniziative ‘innovative’ (il GAS, il Mercatino dei libri usati, la solidarietà internazionale, la musica) in un circolo di ‘frontiera’, in un quartiere di periferia famoso per la sua storia di comunità ma anche tanto cambiato negli anni. L’ironia (ho in casa la biciclettina che mi regalò quando fui eletta presidente di Firenze con un bigliettino con scritto «l’hai voluta la bicicletta?…ora pedala») talvolta sferzante, ma sempre piena  di intelligenza e di bontà. La generosità, appunto: il tempo, quasi tutto quello libero, dedicato all’Arci, alla Casa del popolo, alle riunioni.

La storia di Piero è una storia che deve rendere orgogliosi tutti noi: quella di un compagno per tanti anni militante nel PCI, impegnato nel territorio, e che ha deciso, a un certo punto della sua vita, che era nel circolo e poi nell’Arci che poteva fare politica, che poteva realizzare il suo sogno di costruire un’idea di sinistra della società. Ha svolto un ruolo fondamentale nella segreteria del comitato di Firenze in una delle fasi più difficili (forse la più difficile), e lo ha potuto fare grazie anche alla sua capacità di convincere, di motivare circoli e soci della funzione dell’Arci. Si è posto e ci ha posto con veemenza e coerenza in ogni sede di discussione la centralità delle Case del popolo e dei circoli, ma anche la necessità di adeguarsi ai tempi cambiati, pur non perdendo mai la «funzione politica», come avrebbe detto lui. A Piero non si poteva non volere bene, anche per la sua simpatia e l’affetto che ci ha dimostrato, sempre.

Mancherà il suo sorriso a tanti di noi, mancheranno questi suoi interventi nelle discussioni,  ci mancherai tanto, Piero.

ArciReport, 7 maggio 2015