Carovana antimafie riprende il viaggio

Di Alessandro Cobianchi, coordinatore Nazionale Carovana Antimafie.

Ci sono viaggi che sembrano non finire mai. La frase in sintesi, seppure abusata anche dal sottoscritto, è di Saramago e sembra appropriata a questa Carovana antimafie che si fa staffetta da sola. L’edizione del 2014 si chiuderà ufficialmente a fine giugno a Bruxelles, con la conclusione del progetto Cartt, intrecciatosi, in tutti questi mesi, con le tappe europee di Carovana. Un seme che sembra essere stato fertile se gli stessi partner del progetto hanno manifestato la volontà di ritrovarsi, insieme, nel 2015. Sotto questi buoni auspici, che per non restare vani devono trovare attuazione concreta e quindi nuova strada, riparte la Carovana. Il 15 maggio alla presenza dei livelli regionali delle sei organizzazioni costituenti (Arci, Avviso Pubblico, Libera, Cgil, Cisl, Uil), sono stati discussi calendario e programma dell’edizione 2015. Partirà da Reggio Calabria, città violentata dalla ‘ndrangheta e da tante cattive amministrazioni (due fenomeni ovviamente connessi fra loro), che prova nuovamente ad agire il suo cambiamento: il lungomare Falcomatà porta il nome di un grande Sindaco, capace di un sogno. Oggi quel cognome riconosce il nuovo amministratore della città, a cui, come a suo padre, viene affidato un compito epocale, cambiare tutto perché tutto cambi. Una partenza che non vuole essere solo simbolica ma riconoscere, rafforzandolo, ciò che si muove in questo Paese, nonostante tutto, nonostante la forza, talvolta sproporzionata fra le ‘divisioni’ in campo, nonostante la confusione che a volte si ingenera fra ciò che è mafia e ciò che mafia non è (o non dovrebbe essere). La Calabria aprirà lo scenario di un viaggio consapevole in luoghi sviliti dalla presenza della criminalità organizzata, una delle più potenti al mondo ma anche di territori onorati da donne e uomini che si battono, convinti che lo Stato – nonostante tutto – sia più forte, perché la loro misura è l’etica e non il profitto e nemmeno la violenza. Magistrati, sindaci, operatori sociali, cittadini organizzati saranno coinvolti nelle varie tappe, non solo in Calabria. Il viaggio proseguirà per tutto giugno poi riprenderà in settembre. Quest’anno avremo meno tappe ma probabilmente ne beneficerà la qualità a discapito – come capitato talvolta – della tappa che «bisogna pur fare». L’antimafia sociale – o se preferite popolare – ha bisogno di gesti più consapevoli, meno retorici e meno scontati. Il tema prescelto: ‘le periferie’, non sta a significare che faremo il tour del dolore (o della sfiga) perché nessuna, fra le 6 realtà costituenti Carovana, crede che Scampia sia solo ‘le vele’ o che lo Zen sia quel tappeto di degrado che gli occhi più disattenti potrebbero cogliere senza scorgere ‘l’oltre’. Carovana antimafie vuole accompagnare la denuncia verso il degrado ma provare a cogliere ‘l’oltre’, cercare e costruire quelle società alternative alle mafie che hanno il compito di riportare al centro le periferie. Comprese quelle grandi città che, apparentemente, sono il cuore della geografia economica e politica ma troppo spesso si trasformano in periferie della convivenza, dell’inclusione, della corresponsabilità.