Sui campi della legalità la parola a Calogero Parisi, presidente della cooperativa Lavoro e non solo

Tra i campi della legalità che Arci promuove, insieme a Cgil, Spi Cgil e Flai Cgil, anche per il 2015, sicuramente uno dei più apprezzati e con il più alto numero di richieste è quello che si svolge a Corleone, cittadina che, simbolicamente, rappresenta forse più di qualunque altra in Italia il ‘territorio di mafia’. «Eppure qui ci sono 32 beni confiscati di cui 31 attualmente riutilizzati. Quando le persone arrivano a Corleone, si accorgono, quasi con sorpresa, che il movimento dell’antimafia c’è ed è molto radicato sul territorio» spiega Calogero Parisi, presidente della cooperativa Lavoro e non solo, che coordina i campi della legalità a Corleone e Canicattì. Volontario in servizio civile nel 1993 con l’Arci Sicilia, Calogero ha preso parte alla prima Carovana Antimafie, partita nel 1994 dalla Sicilia, e nel 2000 è diventato presidente della cooperativa Lavoro e non solo, che gestisce un’azienda agricola che coltiva terreni confiscati tra Corleone, Monreale e Canicattì. Nel 2004, durante le tappe toscane della Carovana Antimafie, nasce l’idea di trovare un’attività che potesse coinvolgere i ragazzi sui temi dell’antimafia: così, con la collaborazione dei toscani, si dà il via ai primi due campi di lavoro a Corleone, che, anno dopo anno, diventano una realtà consolidata. Nel 2015 sono dodici i campi in programma a Corleone, ognuno dei quali ospita circa 30 volontari, a cui si affiancano i soci della cooperativa Lavoro e non solo e da quest’anno anche un altro gruppo di volontari: undici ragazzi del Centro Sprar gestito dal circolo Arci I girasoli di Mazzarino. Infatti, grazie ad un progetto finanziato da Fondazione con il Sud, si è potuta realizzare formazione teorica e pratica a questo gruppo, che opererà attivamente sui terreni gestiti dalla cooperativa. «A Corleone si svolgono diverse attività, a seconda del periodo del campo, infatti il primo inizia a fine aprile, mentre l’ultimo si svolge ad ottobre: in tutto questo periodo, si alternano la gestione del vigneto, le trebbiature, la raccolta dei pomodori, mentre il campo di Canicattì è legato alla vendemmia – spiega Calogero – Questi lavori si svolgono la mattina, mentre i pomeriggi sono dedicati ad attività di formazione e conoscenza dell’antimafia sociale, sia con le testimonianze di magistrati e giornalisti, sia con delle visite esterne: significative, ad esempio, sono quella a Portella della Ginestra e a via D’Amelio a Palermo. Inoltre, quest’anno i campi saranno dedicati a Bernardino Verro, primo sindaco socialista di Corleone, assassinato dalla mafia nel 1915: nel centenario dalla sua scomparsa, il Comune sta programmando diverse iniziative per commemorarlo, a cui prenderemo parte». Perché un ragazzo, oggi, dovrebbe partecipare ad un campo della legalità? «Per poter calpestare quella terra, toccarla con mano e contribuire, per quello che può, a questo grande progetto di cambiamento culturale – spiega ancora Calogero – quando tornano a casa propria, in territori dove magari si dice che la mafia non c’è, i volontari osservano il mondo circostante con occhi diversi, e cominciano a chiedere più consapevolezza a chi amministra. Ad esempio, un gruppo di giovani di Rimini, che ha partecipato negli anni a diversi campi a Corleone, sulla base di quest’esperienza ha messo su un’associazione, il Gruppo Antimafia ‘Pio La Torre’, che con grande impegno organizza iniziative di sensibilizzazione nella propria località». Tutte le informazioni e le schede descrittive dei campi sono sui siti www.arci.it e www.campidellalegalita.it