TTIP: obiettivo due milioni di no

Di Monica Di Sisto Alberto Zoratti Campagna stop TTIP Italia.

Il Parlamento europeo il prossimo 9 giugno dovrà esprimere il proprio parere sul negoziato transatlantico di liberalizzazione degli scambi e degli investimenti (TTIP) che la Commissione sta negoziando per conto di tutti noi. Una votazione non risolutiva, visto che il negoziato continuerà, ma che darà alcune indicazioni ai negoziatori sugli elementi critici. Per questo la Campagna Stop TTIP Italia invita a diffondere e sostenere la petizione internazionale http://stop-ttip.org/firma con l’obiettivo di raggiungere le 54mila firme entro il 7 giugno, come contributo italiano all’obiettivo europeo dei due milioni. La Commissione intanto ha lanciato una nuova campagna di comunicazione per convincerci che il TTIP è decisamente conveniente per la nostra economia stagnante, sostenendo che è un’occasione imperdibile per le piccole e medie imprese del vecchio continente, molte delle quali sono alla canna del gas da diversi anni. La crescita della produttività in Italia si è ridotta in media ogni anno dal 1994 al 2014 di 1,32 punti percentuali rispetto al periodo precedente. Sull’arco dei venti anni significa una perdita di 26,4 punti. Eppure le nostre imprese sono rimaste in gran parte piccole, familiari, e sono resilienti proprio perché piccole e molto agguerrite. L’Italia, peraltro, è il Paese europeo con il numero maggiore di Pmi che già scambiano molto con gli Usa, e che quindi in teoria avrebbero più da guadagnare con un’apertura maggiore dei mercati. Che cos’è che non va, allora, nell’analisi che la Commissione presenta con il Rapporto appena pubblicato? Innanzitutto, guardando i dati, scopriamo che le Pmi, l’88% di tutte le imprese che esportano negli Stati Uniti, si portano a casa appena il 28% del valore totale delle esportazioni europee verso gli Usa, mentre il rimanente 12% delle imprese europee, tutte con più di 250 addetti, porta a casa il 72% del valore delle esportazioni. E qui troviamo le dolenti note, perché stando alla valutazione d’impatto del TTIP sul mercato europeo fatta dalla Bertelsmann Foundation, una delle più positive rispetto ai possibili guadagni connessi al trattato, il TTIP, permettendo Lettera aperta alle parlamentari e ai parlamentari italiani un ingresso più facile di materie prime e merci dagli Usa, ridurrà drasticamente lo scambio nel mercato interno tra i Paesi europei: parlando di colossi, se gli scambi Usa-Gran Bretagna cresceranno del 60% e quelli Usa-Germania del 94%, gli scambi tra Gran Bretagna e Germania si ridurranno del 41% e quelli tra Gran Bretagna e la vicina Irlanda di ben il 46%. L’Italia perderà circa il 30% delle sue attuali esportazioni in Germania, oltre il 41% di quelle in Gran Bretagna, principalmente a danno di quelle Pmi di casa nostra che il mercato americano, per loro caratteristiche e scelte industriali, non lo vedrebbero né ora né mai. Contro la propaganda a buon mercato, e l’ennesimo tentativo di vendere come anti-crisi delle vere e proprie regalie ai soliti grandi gruppi, la miglior risposta è quella di far sentire la propria voce. La petizione è un buon modo, come quella di rafforzare la Campagna, sostenendo e partecipando alle prossime iniziative in programma.

Per info : http://stop-ttip-italia.net/iniziative-stop-ttip