Di Salvo Lipari, Presidente Arci Sicilia.
Un quadro desolante ma tutt’altro che inatteso. Gli sviluppi dell’inchiesta Mondo di Mezzo 2, conosciuta anche come Mafia Capitale, non ci sorprendono affatto. Sapevamo da tempo che la ripetuta e continuata gestione in ‘emergenza’ dell’accoglienza delle persone che approdano nelle nostre coste avrebbe innescato un meccanismo corruttivo e criminale. La scelta di affidare la gestione delle strutture a gente priva di scrupoli, senza alcuna esperienza e competenza, interessata solo agli affari e non alla tutela e al rispetto dei diritti dei profughi non poteva che portare a tutto questo. Vale la pena ricordare che lo stato italiano è obbligato da leggi e da convenzioni internazionali a garantire accoglienza, protezione e tutela a chi fa domanda di asilo nel nostro Paese. Abbiamo più volte denunciato il rischio di trasformare quest’obbligo in un grande business affidato a soggetti senza scrupoli. E abbiamo più volte chiesto la chiusura del CARA di Mineo perché è il modello di centro che si è rivelato sbagliato fin dall’inizio e da tutti i punti di vista. Era chiaro ed evidente, infatti, che luoghi con questi numeri avrebbero portato inevitabilmente all’invivibilità. Non solo, ma i migranti diventano, bene che vada, facile merce da comprare e sfruttare. Un modello che funziona c’è e lo abbiamo dimostrato. I progetti Sprar ci insegnano che un’altra strada è possibile e che le soluzioni legate all’accoglienza diffusa nel territorio dei richiedenti asilo sono le migliori. Certamente, anche nel caso degli Sprar e dei Cas, i centri straordinari di accoglienza, va effettuata una verifica scrupolosa. C’è poi un altro aspetto della questione. Dobbiamo aprire una riflessione seria anche al nostro interno e a livello nazionale. Dobbiamo avere la capacità di di Salvo Lipari presidente Arci Sicilia interrogarci su quanto stiamo facendo su questo versante in giro per l’Italia, su come mettere in rete queste esperienze e farle diventare patrimonio di tutti, anche utilizzando gli strumenti di comunicazione e i social. Un esempio per tutti. A Siracusa l’Arci ha avuto un ruolo di primo piano nel coinvolgimento dei migranti nelle Supplici rappresentate al teatro greco. Un lavoro importante realizzato in collaborazione con Moni Ovadia e che ha colpito molto le migliaia di spettatori che hanno visto la rappresentazione. A mio parere dobbiamo costruire questo puzzle per far comprendere fino in fondo che accogliere vuol dire occuparsi davvero di chi scappa da guerre e fame. L’Arci lo fa e serve affermarlo per dimostrare fino in fondo la differenza con chi invece vuole solo lucrare sugli uomini, le donne e i bambini che cercano da noi un futuro diverso.