Se sai cantare, allora comincia a camminare

Di Davide Vecchiato, coordinatore Antimafia sociale e legalità democratica.

In uno stato di diritto sarebbe cosa normale che chi è indagato non sia già condannato dai giornali e chi ha commesso un reato, uscendo dal carcere per fine pena, venga considerato riabilitato, per cui il dovere della cittadinanza sarebbe di accoglierlo e non certo di stigmatizzare a prescindere chi porta un determinato cognome, o appartiene a una certa categoria, o abbia appena scontato una pena. Dunque la speranza è che anche Felice Maniero – ex boss della mala del Brenta, tornato sulle pagine dei giornali italiani negli ultimi giorni per aver cambiato nome, abbia, da libero, il diritto all’oblio, la possibilità di cambiare vita, riscattando se stesso; il nuovo cognome che porta gli dà questa opportunità, la possibilità di integrarsi superando la stigmatizzazione della vecchia identità. E se il recupero e l’integrazione non ci fossero, il carcere sarebbe servito a poco. È pur vero che siamo accerchiati da presunti corrotti e corruttori, criminali mafiosi, rappresentanti di un mondo dalle notizie degli ultimi giorni, sembra che la nostra società sia infestata da un terribile virus diffuso in tutte le Regioni d’Italia: persone, imprenditori, dirigenti che si sono arricchiti illegalmente. Partendo dai quei territori e da tutte le persone di buona volontà che lavorano per il cambiamento e il bene comune, la promozione alla legalità e all’antimafia sociale, si vede ogni giorno un mattone omertoso cadere e una nuova pianta di speranza nascere. Si, lo possiamo dire, o meglio cantare – come la campagna di quest’anno che l’Arci con i campidellalegalità.it vuole fare «Se sai cantare, allora comincia a camminare» – insieme a tutti quegli amministratori locali e operatori del terzo settore, tra cui i nostri soci e circoli, che in tutte le Regioni vogliono combattere il fascino che la criminalità esercita su certi ragazzi e l’errata scorciatoia dell’illegalità. La questione morale rimane ed è più che mai attuale, una delle nostra priorità nelle politiche culturali territoriali rivolte soprattutto ai nostri giovani.