Di Federico Amico, coordinatore Buone Pratiche e Diritti Culturali.
Il mondo della musica sta attraversando un periodo di grandi trasformazioni e di grande difficoltà e crisi. Gli stessi circoli e i nostri festival stanno a fatica cercando di riconfigurarsi per rispondere alle nuove domande e allo scenario musicale in profonda trasformazione, non senza difficoltà. Le ragioni sono tante e indicano che purtroppo ancora non esiste un progetto organico di sviluppo del settore musicale, dal live alla formazione musicale formale e non formale. La diminuzione costante dei contributi degli enti locali, l’aumento dei costi di realizzazione delle attività, l’incomprensibile stasi legislativa sul diritto d’autore, la diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie e la conseguente diminuzione delle occasioni per praticare e conoscere la musica, delineano un quadro preoccupante. In particolare, pur se da una gran schiera di amministratori è decantato il valore rigenerativo della musica per gli spazi urbani, quotidianamente ci troviamo a scontrarci con i provvedimenti restrittivi in nome di una pax urbana che non preveda suoni. In particolare l’essere ormai da lungo tempo sottoposti a controlli e verifiche che non riconoscono nel nostro insediamento associativo un valore per le nostre comunità, bensì una fonte di ‘chiasso’ e disturbo sta ulteriormente affaticando il nostro insediamento associativo culturale e musicale. A fronte di tutto ciò sappiamo bene come la creatività musicale del nostro Paese sia, fortunatamente, viva e vegeta. In ogni ambito e genere. Per questo abbiamo intitolato le nostre Feste della Musica Suonare la città. Anche attraverso questo semplice richiamo vogliamo ribadire come la nostra associazione sia promotrice di momenti in cui si affermi con forza come questo nostro agire, organizzare, promuovere sia centrale perché le città, i paesi, le frazioni possano dirsi vivi e vivaci. Al contempo continuiamo a sostenere le nostre richieste per rafforzare il settore e migliorare il nostro lavoro per dar modo a tantissimi, soprattutto giovani, di essere parte attiva di questo mondo: operatori, tecnici, musicisti, autori, piccoli editori, insegnanti. Ecco cinque ambiti sui quali porre l’accento. Cinque vertenze che hanno ricadute importanti sul mondo della musica: riforma della Siae e superamento del monopolio per il settore di raccolta dei proventi del diritto d’autore; che i proventi dell’equo compenso per la ‘copia privata’ calcolato su tutti i dispositivi dotati di memorie di dati siano utilizzati almeno per il 50% per il sostegno a progetti di giovani autori; detrazioni fiscali per la frequenza a corsi di formazione in campo musicale per i minori di 18 anni e per l’acquisto di uno strumento musicale; inserimento della pratica dello strumento musicale in tutte le scuole di ogni ordine e grado; più investimenti a sostegno della pratica, della promozione e della produzione di ogni genere musicale utilizzando il Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS) anche per progetti a rete per il sostegno alla giovane creatività. Inoltre Arci, assieme ad altri soggetti, grazie all’interessamento della Senatrice Elena Ferrara (PD), ha promosso e portato all’approvazione dell’Affare Assegnato n. 409: Offerta culturale nel settore musicale, al fine di identificare delle strategie in grado di mantenere vivo l’immenso repertorio italiano e di attivare processi virtuosi di creazione e innovazione musicale, permettendo l’accesso e il confronto con la realtà internazionale. Tra i titoli rilevanti di questa risoluzione impegnativa per il governo ce ne sono alcuni di rilevante interesse relativi a SIAE, norme fiscali, percorsi semplificatori.
L’intero testo può essere consultato qui: http://goo.gl/n0iYU9