Riparte la Carovana Antimafie

Il racconto dalle tappe calabresi e campane

È partita da Reggio Calabria il 10 giugno l’edizione 2015 della Carovana Internazionale Antimafie, promossa da Arci, Libera, Avviso Pubblico, Cgil, Cisl e Uil. Di seguito, alcuni diari delle prime tappe affrontate, a cura della carovaniera Annalisa Ausilio.

Il corvo libera le ali della legalità 11 giugno

Partiamo da Reggio Calabria per Catanzaro nel primo pomeriggio, dove raggiungiamo il quartiere periferico ‘Corvo’. Qui gli abitanti accolgono i carovanieri con una manifestazione in piazza dal nome Il corvo libera le ali della legalità. Sul palco si esibiscono gruppi musicali locali con reading di brani di Peppino Impastato e Giovanni Falcone. L’iniziativa prosegue l’intero pomeriggio con giochi e laboratori per bambini nel campetto antistante a cura della cooperativa sociale Eureka. Infine, visita alle case popolari abitate da rom con il prefetto Luisa Latella e attivisti di Libera e del comitato Le ali del Corvo.

Antimafia, attivismo e storie di emigrazione: la tappa a Cutro 12 giugno.

Ci lasciamo alle spalle Catanzaro per partire alla volta di Cutro, piccolo paese di provincia di Crotone. Ad accoglierci gli attivisti di Libera e Arci che organizzano un dibattito nella villa comunale del paese. Il nostro arrivo attrae la curiosità dei tanti anziani che chiacchierano sulle panchine della villa. Scopriamo che moltissimi sono emigrati in Germania per poi tornare in Calabria dopo la pensione. Ci raccontano le loro storie e la vita di paese mentre noi parliamo di Carovana, antimafia e attivismo. Molti sono interessanti e restano ad ascoltare il dibattito e il reading Terre di Musica del Parto delle Nuvole Pesanti che ripercorre il viaggio della band nei beni confiscati. Pernottiamo in una struttura affidata al WWF con i volontari del campo.

Tra curiosità e consapevolezza, la giornata a Napoli 15 giugno

La Carovana fa tappa a Napoli. Una giornata intensa che inizia nel quartiere Ponticelli, estrema e problematica periferia della città, dove con i volontari del servizio civile, armati di scope e palette, puliamo il piazzale della villa comunale adiacente al mercato. Un luogo centrale per il rione, punto di aggregazione e di transito circondato dagli enormi palazzoni delle case popolari che attraversiamo per incontrare i bambini che frequentano il centro Arci Movie, nel cuore di Ponticelli. Colpisce l’euforia e la curiosità («Il furgone va anche in America? Chi paga la benzina?»), ma anche la loro consapevolezza sul fenomeno mafioso sia perché vissuto quotidianamente – ci raccontano, per esempio di non poter uscire di casa dopo il tramonto – sia grazie al laboratorio di Arci Movie che ha riportato diversi esempi di antimafia attraverso la visione di alcuni film. Risaliamo sul furgone per raggiungere il Parco K2 di Casoria, centro di accoglienza per migranti minori e spostarci nella sede dell’associazione Figli in Famiglia: un’enorme ex fabbrica riconvertita in ‘Oasi’ nel quartiere San Giovanni di Napoli. Una realtà che svolge tantissime attività: dal teatro alla palestra, passando per la mensa ai laboratori, ma che rischia di chiudere per mancanza di fondi. L’arrivo di Carovana è quindi per la fondatrice Carmela Manco una occasione per lanciare un grido di aiuto ad altre realtà, compresi i sindacati presenti all’incontro. La giornata si conclude nel quartiere Ponticelli con una gara di corsa per i ragazzi del quartiere e musica.

Ad Avellino viaggio tra i beni confiscati 16 giugno.

Nelle piazze di sette paesi per incontrare i sindaci, la cittadinanza e le associazioni sul territorio: la Carovana attraversa i piccoli villaggi circondati dai monti nella Valle di Lauro in provincia di Avellino (Quindici, Moschiano, Lauro, Taurano, Pago del Vallo di Lauro, Marzano di Nola e Domicella) per una tappa che mette al centro i beni confiscati. Raggiungiamo una villa sottratta al clan Cava a Pago ma non ancora assegnata, dove gli attivisti di Libera issano le loro bandiere sulla cancellata come auspicio per una immediata riconversione. La giornata si conclude con la visita a Villa 100Quindici Passi, una villa bunker confiscata alla famiglia Graziano riconvertita in un maglificio che aprirà i battenti a breve. Completamente ristrutturato anche con l’aiuto dei volontari dei campi di lavoro di Libera, l’edificio – fortezza alle porte di Quindici diventerà una piccola fabbrica gestita dalla cooperativa Oasi Project che ha assunto sette operai del luogo per produrre indumenti per le forze dell’ordine. Uno dei primi esempi in Italia di bene confiscato convertito in attività produttiva industriale, Villa 100Quindici Passi conserva ancora diverse strutture dell’ex villa bunker come le mura di cemento armato che la circondano, gli enormi cancelli in ferro con le feritoie e il nascondiglio – loculo in una torre dell’edificio.