Il Consiglio UE dei ministri degli Esteri dà il via libera alla missione EuNavFor

I ministri degli Esteri UE, all’unanimità, hanno ufficialmente dato il via libera alla prima fase della missione militare contro gli scafisti. Il ministro italiano Gentiloni, commentando la decisione, ha dichiarato solennemente «la solidarietà non è un optional». Ci sarebbe da sorridere di fronte a parole usate così a sproposito, se la situazione non fosse davvero tragica. Perché è difficile capire dove stia la solidarietà verso i migranti nel varo di un’operazione che ne metterà ulteriormente a rischio la vita. Che altro effetto può infatti avere schierare nel Mediterraneo 5 navi militari, 2 sottomarini, 3 aerei da ricognizione, 2 droni e tre elicotteri con un migliaio di militari per «distruggere le barche degli scafisti»? Si eserciteranno, questi militari, nelle tristemente famose ‘operazioni chirurgiche’ che in altri scenari di guerra hanno provocato migliaia di morti fra i civili? E quante risorse verranno impiegate per un simile dispiegamento di forze – a cui peraltro l’Onu ha interdetto operazioni in acque e sulle coste libiche? Risorse che l’Italia e l’Europa hanno rifiutato di impiegare (e ne sarebbero servite molte meno) per attivare un’operazione di avvistamento e salvataggio in tutta l’area del Mediterraneo, l’unica che avrebbe consentito – come Mare Nostrum ha dimostrato – di salvare vite umane. Lo scopo vero è quello di impedire che profughi e richiedenti asilo raggiungano le nostre coste, altrimenti si sarebbe ricorso – come da tempo e non da soli chiediamo – all’apertura di canali di ingresso umanitari, l’unico strumento che avrebbe consentito di stroncare alla radice il traffico di esseri umani. Ancora una volta, invece, l’UE, con assoluto cinismo, interviene con la forza delle armi per affrontare nel modo peggiore una grande questione che riguarda la salvaguardia dei diritti umani, a cominciare dal diritto alla sopravvivenza. Una operazione che sa di neocolonialismo, e che spiega meglio di tante parole quale è l’idea di Europa dei governi e dei burocrati europei. Il presidente del consiglio Renzi ne elogia il senso di responsabilità, che è però francamente difficile intravedere sia nella scelta di questa operazione, sia nelle polemiche ancora non risolte sulla distribuzione dei profughi nei vari paesi UE. Una vergogna senza fine. Da parte nostra, continueremo a denunciare questo atteggiamento cinico e miope, insistendo sulle soluzioni proposte sabato scorso a Roma alla manifestazione Fermiamo la strage! e nelle tante città dove si è celebrata la Giornata mondiale del Rifugiato. Proteggere le persone e non i confini. Salvare vite umane e non il proprio consenso elettorale!