Tutte le genti che passeranno

Il seminario Arci sulla Memoria.

Di Andrea La Malfa, referente Arci su Memoria e Antifascismo.

Fare memoria per un’associazione non è un esercizio neutro; il nostro racconto è partigiano, perché siamo parte di una storia che ha radici lontane. Ma ricordare non è un esercizio antico, puramente identitario, è un processo di costruzione e adattamento. Per questo fare memoria, soprattutto con i giovani, non può tralasciare il tema dell’attualizzazione. I valori che guidano l’azione umana non si limitano a quel singolo fatto storico, ma portano con sé un’idea di mondo che supera la più stretta attualità e la interpreta. Il seminario Tutte le genti che passeranno è stato un momento importante poiché ci ha permesso di fare il punto sull’attività che l’Arci porta avanti sui territori sul tema della memoria. Un primo passo di conoscenza e di scambio di buone pratiche, che ci apre la possibilità di implementare un maggiore coordinamento e diffusione di attività e linguaggi già sperimentati. È evidente che i territori svolgono una differente selezione sui temi su cui fare memoria. Sia perché questa attiene alla costruzione dell’identità anche in senso territoriale, sia perché ogni territorio ha una memoria diversa e complessa. Ad esempio il centenario della Prima Guerra Mondiale che si celebra quest’anno, in Trentino e in Alto Adige Sudtirol si è commemorato l’anno scorso, essendo questi territori all’epoca austriaci, entrati in guerra un anno prima. La Resistenza ha invece avuto connotati diversi tra il Nord, con l’occupazione nazista e la Repubblica di Salò, ed il Sud in cui le forze Alleate fecero arretrare velocemente le truppe tedesche. Il forte radicamento territoriale dell’Arci è quindi un nostro valore aggiunto per mettere a sistema le differenze. La nostra forza è nella capacità di non omologare i territori verso un’unica, stereotipata e poco complessa narrazione del passato. Un elemento centrale per la qualità dei nostri progetti che va valorizzata con un lavoro comune.