Un progetto in Colombia per contribuire alla pacificazione del paese

La Colombia non è un territorio omogeneo ma è un miscuglio di tante culture, tanti problemi, tanti attori sociali diversi che vivono nello stesso paese. In guerra dal 1948. Una delegazione dell’Arci si è recata in Colombia nell’ultima settimana di giugno per monitorare, alla scadenza della prima annualità, il progetto Donne organizzate per la costruzione di una società della Pace (DOCP), promosso da Arci Firenze insieme ad Arcs e Viva La Ciudadania, storico partner locale dell’Arci, e finanziato dal Ministero degli Affari Esteri. Il progetto, della durata di tre anni, prevede la realizzazione di percorsi partecipativi e formativi, all’interno di una logica di ricerca e di costruzione della pace, rivolti a donne aderenti ad organizzazioni locali in quattro diverse aree del paese, tramite incontri e discussioni di gruppo. Questi percorsi, chiamati Escuelas de Mujeres Constructoras de Paz, coinvolgeranno nell’arco di tutta la durata del progetto circa 450 donne nelle città Sincelejo, Popayan, Buenaventura e nella scuola itinerante nel Dipartimento del Chocò. Il risultato finale di ogni corso è una raccolta di istanze e di sollecitazioni, chiamata Agenda ciudadana de las mujeres che verrà poi sottoposta alle istituzioni e alle comunità locali. In ognuna delle quattro aree in cui si svolge il progetto agiscono soggetti sociali diversi, tra cui anche gruppi armati. Ne consegue che le problematiche affrontate sono molto differenti tra loro. Ad esempio a Sincelejo, città nel nord del paese, si trova una fortissima infiltrazione di criminalità organizzata associata al paramilitarismo che ha permeato le amministrazioni locali; a Popayan sono presenti gruppi indigeni e afrodiscendenti, spesso in contrasto tra loro, che si trovano a difendere il loro territorio dallo sfruttamento minerario e dalle grandi opere, oltre ad essere una delle zone in cui il conflitto armato tra esercito e guerriglie è più acceso; a Buenaventura, dove la comunità afrodiscendente è maggioritaria, si registra il tasso di povertà più alto del paese, la criminalità e il paramilitarismo rendono la città tra le più violente del Sud America e lo sviluppo del porto sta creando innumerevoli desplazados e sta richiamando traffici illeciti di ogni sorta; la situazione del Dipartimento del Chocò è contraddistinta da una totale assenza dello Stato, pertanto la zona vede una predominanza dei gruppi guerriglieri e paramilitari. Gli unici aspetti in comune tra tutte le zone sono la violenza fisica e psicologica nei confronti delle donne e la difficoltà, se non proprio l’impossibilità, a ricoprire cariche pubbliche che possano garantire tutela e diritti per le donne. In un paese così vasto, così contrastato ma anche così ricco di diversità e di potenziali opportunità, proprio nel momento in cui la Colombia può raggiungere finalmente la Pace grazie alle trattative che si stanno svolgendo a L’Avana, l’Arci è presente e contribuisce con un progetto che intende favorire e creare le condizioni per la pacificazione. Di questo dovremmo esserne orgogliosi.