Alla Summer School si discute su come sconfiggere il razzismo oggi

Di Claudia Noci, Arci Cremona.

Il giorno dopo essere stata a Ventimiglia e aver visto una situazione ai limiti del reale, sono stata a Cecina, alla 21ª edizione del MIA, per seguire la prima Summer School, svoltasi dal 2 al 4 luglio. 41 gli iscritti, 16 i comitati presenti, in particolare dirigenti di comitato, presidenti, operatori. Già dal primo giorno, la Summer School si è rivelata ricca di spunti per ragionare su come oggi possiamo contrastare il razzismo dilagante e liberamente espresso nel nostro Paese. L’intenzione era quella di imparare a dotarsi di nuovi strumenti di contrasto, partendo dalla necessità di aver più dimestichezza nell’accesso e nell’utilizzo di dati e fonti attendibili che smentiscano il ‘sentire comune’. Oggi, infatti, le forme di razzismo sono diverse rispetto al passato e sono intrinsecamente collegate ai temi del lavoro, del diritto alla casa, della sicurezza, che più di allora sono terreni fertili per la crisi. E dove c’è crisi ci sono paura e ignoranza. Ma questi sono anche i luoghi dove Arci può attivare le sue politiche e le sue lotte per i diritti, creandosi nuovi metodi e nuove strategie. Uno dei modi più efficaci per sbugiardare i pregiudizi è sicuramente la decostruzione costante dei preconcetti causati dalla voluta disinformazione data dai media, e la ricerca delle origini delle questioni, partendo dalle migrazioni. Il secondo giorno ci si è focalizzati sugli aspetti su cui puntare per ottenere un’efficace comunicazione e su quali canali utilizzare. Sicuramente, nel mondo associativo, l’ ‘estetica umanitaria’ è quella che prevale, ma è anche quella che lega la solidarietà al significato di salvezza. La solidarietà di Arci sta invece nell’abbattimento delle ingiustizie e nella cooperazione. I mezzi di comunicazione oggi sono omologati all’idea che la tensione emergenziale vada tenuta alta, mentre Arci deve andare in controtendenza, in modo preciso e strategico, per non sprecare energie e forze che sono di fatto minoritarie rispetto a testate giornalistiche e televisioni. Il web è sicuramente il canale migliore da utilizzare e da contaminare. Facebook, ad esempio, è sì il ricettacolo delle bassezze umane, ma può anche diventare una risorsa per capire come meglio agire e dove. Anche l’ambito scolastico è stato uno dei campi analizzati per comprendere le dinamiche sociali delle nuove generazioni e poter fornire un’alternativa, laddove il preconcetto influenza i comportamenti e il web sostituisce a volte la realtà oggettiva con quella virtuale. Gli interventi di alto spessore dei relatori mi hanno sicuramente aiutato a interiorizzare maggiori informazioni e trasparenza anche sul quadro politico, per nulla rassicurante, e hanno aiutato tutti i frequentatori a ragionare sulle pratiche antirazziste, sia nei confronti della società che ci circonda, sia all’interno dei nostri circoli, che ne sono spesso lo specchio. L’ultimo giorno è stato utile per la creazione di gruppi di lavoro che hanno sviscerato idee e pensieri su tre macroaree: campagne, comunicazione, scuola. Anche qui, le riflessioni ad ampio raggio non sono mancate, guidate da passione, esperienza, competenza e voglia di essere utili.