La libertà è la nostra fortezza, la manifestazione a Firenze

A cura del comitato Arci Firenze.

Più di mille persone hanno simbolicamente abbracciato la Fortezza da Basso di Firenze, nella serata di martedì 28 luglio, per contestare le motivazioni della sentenza con cui la Corte d’Appello ha assolto sei giovani dall’accusa di stupro di gruppo nei confronti di una coetanea per fatti che risalgono al 2008. Non solo donne ma anche molti gli uomini scesi in piazza per protestare contro le motivazioni della sentenza della Corte d’appello. Una sentenza nella quale si è voluto approfondire in modo inappropriato la vita e le abitudini della vittima, quasi processandola al posto dei suoi aggressori. Le oltre mille persone presenti davanti alla Fortezza da Basso hanno invece voluto ribadire come la legge deve tutelare le vittime e non processarle. Alla manifestazione, alla quale hanno aderito anche Arci nazionale, i comitati regionale toscano e fiorentino, hanno preso parte anche molti esponenti politici di schieramenti diversi, rappresentanti dei sindacati ed oltre 70 diverse sigle dell’associazionismo locale. I manifestanti hanno realizzato un presidio e hanno marciato sotto i bastioni della Fortezza illuminandola con alcune torce proprio per portare luce contro la violenza nei vialetti e nei giardini che nel 2008 furono teatro della vicenda da cui si innescò l’inchiesta giudiziaria. La libertà è la nostra fortezza era solo uno degli slogan rilanciati dalla piazza, per ribadire la propria contrarietà ad una sentenza che offende tutti, uomini e donne, per il moralismo di cui è impregnata e perché esprime pesanti giudizi morali sulla ragazza vittima della violenza, ponendo al centro non l’accaduto ma il suo comportamento e il suo orientamento sessuale. Ciò che colpisce infatti è che una ragazza che non ha uno stile di vita ‘lineare’ diviene poco credibile sia rispetto allo svolgimento dei fatti che rispetto alle motivazioni che la portano a denunciare l’accaduto. Una sentenza che per di più, per come è costruita, rischia di diventare un grave deterrente per quelle donne che vorranno in futuro denunciare le violenze subite. Effetto reso ancor più evidente e grave dalla decisione della Procura generale di Firenze di non fare ricorso in Cassazione, che priva la giustizia della possibilità dell’ultimo e più alto grado di giudizio.

Su change.org è stata lanciata la petizione rivolta ai giudici di Firenze Vergognatevi della vostra sentenza! Per firmare: https://www.change.org/p/ giudici-di-firenze-vergognatevi-dellavostra-sentenza-nessunascusa