La puzza e l’orgoglio di Beirut

Di Elisa Piccioni, cooperante Arcs e Beirut.

Sessanta arresti e decine di feriti, tra cui una persona in condizioni molto gravi dopo essere stata colpita da un gas lacrimogeno. Secondo gli attivisti del movimento Tol3et Re7tkom (Voi puzzate) è questo il bilancio delle proteste contro la gestione catastrofica dei rifiuti che da giovedì scorso animano la capitale libanese. Quello che sembra avere tutta l’aria di essere il risveglio, se non dei libanesi, almeno dei beirutini, ha inizio il 19 luglio quando viene chiusa la discarica di Naameh, vicino Sidone. Quasi in concomitanza, scade il contratto della società Sukleen, che grazie ad agganci politici, detiene il monopolio della raccolta rifiuti dal 1994: un business, che ha fruttato alla società vicina alla famiglia Hariri oltre 140 euro a tonnellata. Da allora il governo non è riuscito a trovare né una nuova sistemazione per i rifiuti né a firmare un nuovo contratto per la gestione dei rifiuti. Per diversi giorni la raccolta della nettezza urbana si ferma: l’immondizia inizia ad invadere i cigli delle strade, mentre la puzza nauseante e le nubi di diossina raggiungo ogni casa della capitale. A metà agosto si trovano soluzioni temporanee: Sukleen, pur senza un chiaro mandato, riprende la raccolta riversando però i rifiuti dove capita, compresi corsi d’acqua e spazi verdi. È in questo momento che i libanesi, esasperati dall’ennesima disfunzione dei servizi pubblici in città, decidono che non ci stanno. Emerge dal basso, trasversale alle diverse anime del paese e spoglio di affiliazioni politiche e religiose, il collettivo Voi puzzate. Nato per trovare una soluzione ecologica all’emergenza rifiuti, si trasforma in fretta in un movimento politico che si spinge fino a rivendicare lo scioglimento del governo e le elezioni di un nuovo parlamento. La cattiva gestione della crisi dei rifiuti diventa infatti specchio di una classe politica corrotta e clientelare, ormai da decenni dedita ai propri interessi e incapace di risolvere i problemi del paese. Sabato 22 agosto il primo grande raduno. La manifestazione è pacifica – partecipano giovani, ma anche famiglie con bambini e anziani- ma la presenza di alcuni elementi più violenti provoca la reazione violenta dell’esercito che risponde con gas lacrimogeni, bombe carta, idranti d’acqua e proiettili di gomma. Nonostante la repressione, rabbia ed entusiasmo crescono e da allora si continua a scendere in piazza, quasi ogni giorno, con slogan e cartelli che inneggiano «a-sha’b iurid isqat al-nizam», il popolo vuole la fine del regime. Il movimento Voi puzzate è ancora giovane e il dibattito sui prossimi passi è ancora in corso. L’annullamento della gara d’appalto per l’assegnazione della gestione dei rifiuti, per la quale nessuna società sembra aver presentato una proposta convincente, è stata percepita dai manifestanti come una vittoria e una spinta ad andare avanti. Proprio in quei giorni si è tenuto a Beirut il workshop di conoscenza e video-making organizzato da Arcs. Alla luce degli avvenimenti, il campo estivo di Arcs è divenuto anche una preziosa occasione per documentare e approfondire le rivendicazioni della società civile libanese in questo particolare momento.