Lombardia: Arci sta con i profughi e respinge i nazifascisti

Di Luciano Muhlbauer, reggenza Arci Milano.

Milano e la Lombardia sono diventate una sorta di calamita per la galassia neofascista e neonazista. Negli ultimi anni raduni, concerti nazirock, convegni con presenze inquietanti da tutta Europa, compresa Alba Dorata, e aperture di sedi e spazi si sono moltiplicati. Non bisogna dunque meravigliarsi se ora ci troviamo di fronte a quello che alcuni organi di stampa hanno chiamato il «settembre nero», cioè a ben due raduni nazifascisti in contemporanea nel fine settimana dell’11-13 settembre, uno organizzato da Forza Nuova a Cantù (Co) e l’altro da Casa Pound nel milanese. Milano fa gola e non soltanto per la sua posizione geografica, che la rende facilmente raggiungibile da mezzo continente, ma anzitutto per ragioni politiche. Milano, nel bene o nel male, fa tendenza, legittima o delegittima. Proprio qui, però, i gruppi militanti di estrema destra hanno sempre faticato a mettere radici durature e conquistare legittimità sociale. E nemmeno i tanti appoggi istituzionali ricevuti ai tempi delle amministrazioni di centrodestra erano riusciti a modificare significativamente questo dato. Ma, si sa, i tempi cambiano e oggi l’antifascismo non è più un dato culturale scontato, né sul piano istituzionale, né su quello sociale. Se a tutto questo aggiungiamo, poi, lo sdoganamento di Casa Pound operato dalla Lega di Salvini e le campagne xenofobe che stanno infestando l’Italia e l’Europa, si capisce perché ora le organizzazioni nazifasciste tentino il salto di qualità. Forza Nuova riesce ad organizzare il suo meeting internazionale per il terzo anno consecutivo grazie alla copertura istituzionale garantita dal Sindaco di Cantù, Claudio Bizzozero. Lui non è un politico di destra, ma gli piace stare sui giornali e così, in nome della considerazione che FN va «trattata esattamente come ogni altra forza politica legalmente costituita ed operante nel nostro paese», concede da tre anni spazi pubblici e, in cambio, si è conquistato una briciola di notorietà oltre i confini di Cantù. Casa Pound, invece, è alla sua prima volta. In realtà, i «fascisti del terzo millennio» sono quasi inesistenti a Milano, ma grazie all’alleanza con la Lega di Salvini, che nell’ottobre scorso li aveva fatti sfilare persino in Piazza Duomo, ora osano il grande passo e intendono organizzarvi addirittura la loro festa nazionale. Per capirci, quella iniziativa che un anno fa a Lecce si era caratterizzata per il suo alto tasso di aggressioni e violenze. Mentre scriviamo è tuttora ignoto il luogo del raduno. Quello che ambedue i casi ribadiscono è che, appunto, i tempi sono cambiati e che l’antifascismo non è più un dato acquisito e scontato. Sindaci che considerano normale concedere spazi pubblici per la propaganda neofascista e razzista e partiti politici, al governo in regioni come la Lombardia e il Veneto, che predicano l’odio contro i profughi e stringono alleanze con gruppi neofascisti, sono un fedele specchio dello stato di cose presente. Per questo non basta più appellarsi alle istituzioni perché intervengano. Beninteso, ci associamo agli appelli fatti in questa occasione dall’Anpi e dal Comune di Milano, ma bisogna andare oltre, bisogna riportare l’antifascismo al presente e nella società, cioè ricostruirlo e rilegittimarlo dal basso, con la partecipazione attiva degli uomini e delle donne. Questo fine settimana a Cantù un amplissimo fronte politico e sociale si mobiliterà contro il raduno nazi, mentre a Milano, un po’ per coincidenza e un po’ per scelta, il messaggio antifascista e antirazzista partirà dalla solidarietà con i profughi, da un messaggio di dignità e libertà: venerdì sera con la Marcia delle donne e degli uomini scalzi e domenica pomeriggio con un presidio-happening in stazione Centrale. E forse questa è la maniera più giusta per dire da che parte stiamo e perché l’antifascismo è una necessità del presente. Arci Milano e Lombardia, ovviamente, staranno in tutte queste iniziative.