Conflitto in Yemen: l’Italia sospenda l’invio di bombe e sistemi militari

La Rete Italiana per il Disarmo, l’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere di Brescia, Amnesty International Italia chiedono al Governo di fermare l’invio di bombe e sistemi militari ai paesi della coalizione guidata dall’Arabia Saudita che, per contrastare l’avanzata del movimento sciita Houthi, sta bombardando lo Yemen da cinque mesi senza alcun mandato internazionale. Il conflitto ha finora causato più di 4mila morti e 20mila feriti – di cui circa la metà tra la popolazione civile – provocando una catastrofe umanitaria con oltre un milione di sfollati e 21 milioni di persone che necessitano di urgenti aiuti. In tutto il Paese c’è una grave scarsità di cibo, e questo minaccia la sopravvivenza dei più vulnerabili. Nonostante l’aggravarsi del conflitto, dal nostro Paese si è continuato a inviare bombe e forniture militari per le forze armate dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti. Ordigni inesplosi del tipo di quelli inviati dall’Italia sono stati ritrovati in diverse città bombardate dalla coalizione saudita ed è quindi altamente probabile che la coalizione stia impiegando anche ordigni inviati dall’Italia. L’ipotesi concreta che ordigni forniti dall’Italia causino perdite di vite umane tra la popolazione civile yemenita deve essere motivo di profonda preoccupazione e reazione da parte delle istituzioni italiane. Quello dello Yemen è un conflitto che si svolge nel completo disprezzo del diritto internazionale umanitario. Anche Medici Senza Frontiere, organizzazione che sta operando sul campo, ha sottolineato che se continueranno i bombardamenti e gli attacchi aerei, sempre più civili moriranno. Chiede quindi alle parti in conflitto di smettere di attaccare obiettivi civili, in particolare gli ospedali, le ambulanze e i quartieri densamente popolati, e di consentire al personale medico e alle organizzazioni umanitarie di fornire assistenza alle persone Il Governo italiano dovrebbe occuparsi di compiere e far compiere passi di distensione e di blocco dei bombardamenti, soprattutto considerando il già citato coinvolgimento di armamenti prodotti nel nostro Paese. Da qui la necessità di un blocco immediato di qualsiasi ulteriore consegna e di un’indagine chiarificatrice dei passaggi ed autorizzazioni che hanno permesso l’arrivo in Arabia Saudita di bombe partite dai nostri porti. OPAL, Amnesty International Italia e Rete Disarmo auspicano una rapida presa di posizione del Governo in tal senso e invitano il Parlamento a sostenere tale richiesta con tutti i mezzi necessari.