Intercettazioni: arriva in Aula la legge bavaglio

C’è l’emergenza corruzione, ma il governo insiste per una stretta sulle intercettazioni. Sia contro i magistrati, che contro i giornalisti. E non solo: bisognerà stare attenti a registrare una conversazione e renderla pubblica, perché si rischiano da 6 mesi a 4 anni di carcere. I pm avranno tre mesi di tempo per chiudere le indagini altrimenti potrebbe scattare un’avocazione. Nuovi possibili ostacoli anche per i giudici perché non saranno liberi come adesso nel contestare le richieste dei pm. C’è poi un’altra mina vagante sulle toghe perché Ncd, per le ingiuste detenzioni sancite dalla Cassazione, vorrebbe, oltre al pagamento dell’ammenda, un’automatica trasmissione ai titolari dell’azione disciplinare. Tutto questo in un disegno di legge di ben 34 articoli che sarà votato in queste ore dalla Camera in prima lettura. L’Anm è in allarme e parla di «una politica che crede di compiacere il populismo penale dandogli in pasto qualche inutile aumento delle pene». Un riferimento a scippi, furti e rapine che saranno puniti un po’ più severamente. Il confronto in aula si preannuncia caldo, anche se i tempi sono ‘contingentati’ nonostante i molti emendamenti presentati. L’articolo 29 del ddl, che riguarda il tema caldo delle intercettazioni, sarà tra gli ultimi ad andare in discussione, ma sarà anche il più sofferto. Il testo, estremamente vago, propone una delega di 10 righe al governo per stabilire «prescrizioni che incidano sulle modalità di utilizzazione cautelare dei risultati delle captazioni», che «diano una precisa scansione all’udienza di selezione del materiale intercettativo», con riguardo «alla tutela della riservatezza delle comunicazioni e conversazioni di persone occasionalmente coinvolte». Il presidente dell’Anm Sabelli parla di «delega generica e in bianco» e teme che vi si nasconda «un pregiudizio di fondo contro le intercettazioni». Ma di sicuro il testo non cambierà. Anzi Orlando già preannuncia che costituirà subito una commissione per scrivere il decreto legislativo e ascolterà ancora i direttori dei giornali. Nei fatti, proprio grazie alla delega, è come se il governo riformasse le intercettazioni per decreto. Forza Italia intanto si prepara a chiedere che sulle intercettazioni siano già indicate le pene per chi le pubblica.