Verso l’assemblea nazionale dei comitati territoriali

Continuiamo ad ospitare su Arcireport, in vista dell’Assemblea dei presidenti dei comitati territoriali Arci che si terrà a Roma il 10 e 11 ottobre, i loro contributi, che pensiamo possano rappresentare un momento di confronto, di scambio e di conoscenza delle attività, delle buone pratiche, e anche delle difficoltà che incontrano. Questa settimana interviene Anna Lisa Lamazzi, presidente di Arci Modena.

Arci Modena è una realtà aggregativa fortemente radicata nel territorio, ha una lunga storia che nasce nel dopoguerra ed è quindi legata alla Resistenza e all’antifascismo, valori che sono rimasti importanti pilastri della nostra identità, che ci impegniamo a rinnovare ogni giorno con lo sguardo rivolto al futuro. Ci piace definirci una rete di soci, socie, di circoli e polivalenti che lavorano insieme per costruire progetti culturali, di socialità, intercultura, per favorire la partecipazione attiva e la promozione dei diritti civili. Siamo convinti che uno dei grandi pregi dell’Arci sia proprio questa capacità di saper condividere e rendere partecipate le scelte, una caratteristica che non tante altre organizzazioni possono vantare, soprattutto in questi anni dove è innegabile una forte spinta individualistica nel modo di esercitare la rappresentanza pubblica e anche politica. Proprio l’essere una rete grande e articolata ci ha sempre dato la forza e l’autorevolezza in tutte quelle occasioni di scambio e discussione pubblica con le istituzioni, con altri attori del territorio e con i rappresentanti del terzo settore. L’Arci è fatta dai circoli, e il ruolo che come comitato provinciale ci siamo costruiti è quello di sostenere, valorizzare, stimolare incontri e partecipazione, dare supporto, voce ed evidenza al lavoro delle realtà che ci riempiono di contenuti e lavorare insieme per definire le prospettive e costruire insieme l’Arci dei prossimi anni.  Partire dalla nostra identità, avere ben chiaro in testa chi siamo, per costruire il nostro futuro, raccogliendo le sfide che giorno dopo giorno si presentano. Oggi, tra le più urgenti, c’è sicuramente l’immigrazione e la deriva razzista che purtroppo l’ha accompagnata. Arci Modena è un’associazione grande e radicata e questo è motivo di grande orgoglio ma anche di responsabilità perché ci rende un soggetto centrale e attivo nell’intera comunità. Negli anni abbiamo costruito relazioni importanti con istituzioni e altre realtà del territorio, grazie al lavoro dei circoli più ‘anziani’ e all’innovazione di quelli più ‘giovani’. Forti di questo patrimonio di idee, valori e persone crediamo di poter dare un importante contributo sia sul piano culturale, promuovendo nuovi linguaggi tra cinema, teatro musica, letteratura e prestando attenzione alle diversità e alle opportunità di contaminazione, sia su quello delle campagne per i diritti civili e della promozione sociale. Crediamo importante saper leggere i segnali di profondo cambiamento sociale ed economico e stabilire piste di lavoro che ci aiutino a sviluppare nuovo associazionismo, riuscendo a rinnovarci tenendo conto dei nuovi bisogni e interessi dei soci, aprirci a idee, progetti, stimoli senza mai avere paura. Offrendo alle nostre basi associative consulenze, sostegno, servizi e formazione per poter affrontare in modo consapevole i mille problemi con cui dirigenti o presidenti dei circoli vengono a contatto quotidianamente. Oggi esercitare volontariato all’interno delle nostre realtà significa non solo mettere a disposizione il proprio impegno volontario ma anche avere competenze e strumenti. In questo crediamo sia fondamentale sentirsi accompagnati dalla propria associazione, che a partire dal livello nazionale, può contribuire ad accrescere il numero di strumenti nella cassetta degli attrezzi di un presidente o di un socio attivo, di un volontario Arci. Inoltre sono convinta che l’essere una grande associazione nazionale, rappresenti quel valore aggiunto che ci consente di esercitare un peso importante per promuovere il cambiamento. Se non fossimo questo grande insieme di realtà democratiche e rappresentative l’Arci non sarebbe riuscita a fare passare idee, campagne e ad esercitare quel ruolo di pungolo critico che contraddistingue la storia della nostra associazione in relazione alle istituzioni, alla politica, all’impegno civico nel nostro paese.