Sfruttamento e illegalità nel lavoro agricolo in Piemonte

Di Daila Moretto, Arci Asti.

Il passaggio della Carovana Antimafie in provincia di Asti ha rappresentato l’occasione per un incontro necessario per il territorio, nato dall’impegno e dalla collaborazione di Cgil, Cisl e Uil insieme ai gruppi locali di Libera e Arci: un momento importante che ha puntato la luce su un fenomeno che da tempo riguarda le colline dell’astigiano, il suo vino, il lavoro, e prima di tutto gli esseri umani e i lavoratori. Si tratta di meccanismi che coinvolgono altre parti del Piemonte nel settore agricolo (il pensiero va alla raccolta delle albicocche nel saluzzese, a quella dei pomodori in Valle Scrivia, a quella dei peperoni a Carmagnola), in forme a volte differenti ma con alla base la stessa logica, quella dello sfruttamento. Nell’area di Canelli (AT), zona di produzione del Moscato, da alcuni anni in tempo di vendemmia lavoratori provenienti principalmente dall’Est Europa lavorano tra ricatti e prevaricazioni per pochi euro l’ora, con contratti da braccianti firmati con alcune cooperative, con modalità di reclutamento del tutto simili al caporalato, e chi non trova una sistemazione adeguata è costretto a vivere in condizioni di disagio in accampamenti improvvisati o in ruderi abbandonati che diventano dormitori: sfruttamento, lavoro sporco, illegalità e nessun rispetto per la persona, in quei paesaggi vitivinicoli a cui è stato riconosciuto il valore di Patrimonio Mondiale dall’Unesco. Una contraddizione violenta e dolorosa, su cui inizialmente soltanto l’impegno di associazioni attive sul territorio aveva suscitato attenzione. Le cooperative sono state così al centro delle inchieste di un giornalista locale, Riccardo Coletti, che ha moderato l’incontro svoltosi nella sala consigliare del Comune ad Asti in un momento estremamente significativo per la città e il suo territorio: quello della Douja, il festival delle eccellenze del vino, e delle Sagre, la manifestazione gastronomica che riunisce i piatti della cultura locale in una grande festa di piazza. Dalle sue indagini è emerso come alcune di queste cooperative si muovano all’interno di una zona grigia in cui giocano tra legalità e illegalità. Nel frattempo, è notizia del giorno prima dell’incontro ad Asti la realizzazione di un vademecum realizzato dalla Regione Piemonte e destinato alle aziende agricole, in cui vengono spiegate le leggi e le diverse tipologie contrattuali possibili in agricoltura, insieme ai diritti e doveri del datore di lavoro e del dipendente: si spera possa essere solo un primo passo verso una lotta strutturata e decisa contro chi si muove nell’irregolarità e nello sfruttamento. Ad Asti si sono chiamate le cose con il loro nome, sottolineando quanto la denuncia sia necessaria e quanto sia fondamentale agire sul mercato del lavoro agricolo, sulle modalità di incrocio di domanda e offerta di lavoro, dove molto spesso è l’intermediazione illecita a farla da padrone.