A due anni dalla strage del 3 ottobre nulla è stato fatto per evitare altre morti

Di Walter Massa, coordinatore Arci Immigrazione e Asilo.

Sono già passati due anni da quel tragico 3 ottobre 2013 senza che nulla sia cambiato in meglio. Nonostante i nostri sforzi e quelli di tanti altri, al 3 ottobre abbiamo dovuto affiancare le date del 13 e del 21 aprile e molte altre giornate segnate da morte, disperazione e indifferenza. La proposta di legge per l’istituzione della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza è ancora ferma in Parlamento nonostante gli impegni assunti dalle più alte cariche del Governo. E intanto si continua a morire in mare come in autostrada, senza che i Governi europei siano in grado di segnare una svolta umanitaria e politica in modo serio e lungimirante. L’immigrazione oggi rappresenta la vera questione politica, in grado di mutare, in modo significativo, intere comunità nazionali. A fronte di ciò le risposte non solo non sono all’altezza, ma si riducono spesso a tentennamenti, prese di posizione ambigue, annunci che ci provocano vergogna e disgusto. Non ci sono mezze misure, non ci devono essere tentennamenti nel far applicare la direttiva 55/2001 che prevede un piano di ripartizione europeo serio, l’attivazione di risorse straordinarie e l’emissione di un permesso di soggiorno temporaneo europeo. Questo è quel che da anni si sarebbe dovuto fare, in primis per fermare una delle catastrofi umanitarie più imponenti della nostra recente storia. Al contrario, le pulsioni nazionaliste e razziste portano l’Europa lontano dal buon senso, incapace di indicare una strategia e, contestualmente, ostaggio di chi punta alla chiusura delle frontiere e a processi poco chiari e trasparenti di esternalizzazione. Processi dove spesso la logica coloniale prevale sul resto, per cui a fronte di impegni assunti dai paesi di provenienza e/o partenza vi è la contropartita monetaria da parte dei Paesi europei. Ciò che per legge non si può fare in Europa, lo facciamo in casa d’altri pagando. Questo è dunque il quadro dentro il quale si colloca la data del 3 ottobre, sulla quale riascolteremo annunci e parole vuote. Anche senza l’ufficialità del Parlamento, l’Arci celebrerà il 3 ottobre; ricorderà coloro che non abbiamo mai conosciuto e si stringerà vicino ai superstiti e ai parenti degli scomparsi. Lo farà chiedendo nuovamente l’apertura di canali umanitari, l’attivazione di un programma europeo di ricerca e soccorso e soprattutto scelte politiche che portino l’intero continente verso un sistema d’asilo europeo. Ci appelliamo ai circoli, ai nostri soci affinchè, allo straordinario impegno diretto nell’accoglienza che contraddistingue l’operato di moltissimi comitati e volontari, si unisca una forte presa di coscienza popolare contro un’Europa oggi fondata sui cadaveri di migliaia e migliaia di persone, ‘colpevoli’ di aver cercato rifugio, protezione e un futuro migliore. Anche questo 3 ottobre, dunque, sia per l’Arci una giornata di mobilitazione concreta, dedicata all’informazione e all’attivazione di micro iniziative di accoglienza diffuse su tutto il territorio, che rappresentino la migliore risposta al cinismo e al razzismo dei governi e dei mestieranti della paura. Ne ha bisogno la nostra umanità prima di tutto.