10 ottobre: Giornata mondiale della Salute Mentale

Di Ugo Zamburru, coordinatore Arci Nuovo welfare e politiche di inclusione sociale.

Il 10 ottobre, Giornata mondiale della Salute Mentale, serve per parlare di un problema (circa mezzo miliardo di persone afflitte da problemi psichici) e cercare soluzioni. Con questo intento, le passate edizioni son state a tema: nel 2011 il focus era sulle strategie preventive, nel 2010 sul rapporto tra salute mentale e patologie fisiche croniche, nel 2009 sulla depressione. Iniziamo questo articolo con le parole del Segretario Onu: «I disturbi psichici sono presenti in tutte le culture e possono apparire in qualsiasi momento della vita… sono spesso associati a povertà, marginalizzazione e disadattamento sociale. Inoltre, disturbi mentali si manifestano spesso nel contesto di conflitti e crisi umanitarie». Una mia considerazione: gli studi internazionali associano l’aumento delle patologie psichiche (soprattutto depressione, ansia, alcolismo e suicidio) con i fattori economici, dato sul quale poco incidono le politiche sanitarie, sempre più volte a intendere la patologia come un problema medico cui dare risposte farmacologiche. Ma se la causa è da ricercare nella mancanza di orizzonti sociali e lavorativi e quindi di autonomia sociale e affettiva, occorre spostare il focus: è malato un giovane pieno d’ansia perché non ha sbocchi lavorativi o un cinquantenne disperato perché la ditta ha chiuso e non sa come mantenere la famiglia, o è malato un sistema che socializza le perdite e privatizza i guadagni, in cui il mantra del libero mercato produce diseguaglianze sempre più marcate (Valletta guadagnava come amministratore delegato Fiat 20 volte lo stipendio di un operaio negli anni ‘60, Marchionne 430 volte!)? Proseguiamo col discorso del Segretario Onu: «I sistemi sanitari di tutto il mondo fanno fronte a sfide enormi per garantire assistenza psichiatrica e tutelare i diritti umani di quanti soffrano di gravi disturbi. Le risorse disponibili sono insufficienti, distribuite in modo iniquo e usate in maniera inefficiente. Ne risulta che gran parte di coloro che sono afflitti da disturbi mentali non riceve nessuna cura». Altre mie riflessioni: occorre una sottolineatura della trasformazione della salute in un business, come rilevato da due libri di importanza capitale: Indagine su di una epidemia di Whitaker, giornalista che mette in evidenza come gli effetti psicotropi degli psicofarmaci siano stati scoperti casualmente e non per una ricerca basata su ipotesi precise sul funzionamento del cervello. Questo dimostra la difficoltà nel conoscere a fondo il loro meccanismo d’azione, gli effetti terapeutici e i possibili effetti collaterali a lungo termine, ma soprattutto mette in discussione il modello meramente biologico della malattia mentale. L’autore non nega che gli psicofarmaci siano utili o addirittura indispensabili nelle fasi acute del disagio psichico, ma mostra come un loro uso troppo prolungato possa contribuire alla cronicizzazione del quadro morboso, con una paradossale maggiore facilità di ricaduta nella malattia. Consiglio la visione di Le ali spezzate, rintracciabile su youtube, che affronta questo problema. Un secondo libro rappresenta una pietra miliare: Medicine letali e crimini organizzati, il cui autore, Goettsche, è uno dei più rinomati studiosi di metodologia della ricerca medica. In questo libro racconta le complicità tra medici corrotti e agenzie dello Stato che non svolgono il proprio ruolo per permettere una mercificazione tesa unicamente a vendere prodotti farmaceutici in maniera inappropriata e senza badare alla salute delle persone. L’autore definisce la psichiatria il paradiso dei profitti di tali multinazionali. Non vorremmo che prevenzione significasse diagnosi (?) precoci per psichiatrizzazione precoce con somministrazione di farmaci come unica risposta. Eco perché cadono nel vuoto le ultime parole del discorso del Segretario Onu: «Su un piano più ampio, occorre fare di più per integrare la consapevolezza di questa problematica in tutti gli aspetti delle politiche sociali e sanitarie, della pianificazione sanitaria e dell’assistenza sanitaria generale primaria e secondaria. La salute mentale è fondamentale per il benessere personale, le relazioni familiari e la capacità dell’individuo di contribuire alla costruzione del tessuto sociale». Anche quest’anno verranno promosse iniziative in tutta Italia volte a diffondere le informazioni necessarie per le politiche sociali e sanitarie, per favorire l’integrazione e combattere lo stigma sulle persone. A questo punto è necessaria una riflessione sul ruolo che può svolgere l’Arci: la Commissione nazionale politiche di inclusione sociale ha in progetto una ‘Carovana della salute mentale’ che metta in rete le pratiche che si svolgono in tanti nostri circoli portando l’attenzione in maniera non ideologica, ma su basi scientifiche, sulla complessità del tema, promuovendo la conoscenza di libri come quelli citati e mettendo a disposizione i nostri spazi e la nostra creatività per una reale integrazione e per la promozione dell’autonomia e del diritto delle persone.