Di Gabriele Moroni, presidente Arci Valle Susa.
Il comitato Arci Valle Susa insiste sulla parte ovest della provincia di Torino: la zona Ovest e sud-ovest dell’area metropolitana e le valli di Susa e Cenischia, del Sangone, della Stura di Lanzo, e la zona del basso Canavese. Una realtà nata nel 1980 e che oggi coinvolge più di 7000 soci aggregati in circa 50 associazioni aderenti. Il nostro territorio in questi ultimi vent’anni è stato attraversato dalle dinamiche provocate dallo scellerato progetto di una seconda linea ferroviaria di collegamento con la Francia, nota ai più come linea TAV Torino – Lione (anche se la velocità massima sarà inferiore ai 250 km/h previsti dalla Commissione Europea per parlare di Alta Velocità). L’opposizione popolare all’opera, l’uso della forza nello sgombero dei presidi No Tav e la successiva militarizzazione delle aree di cantiere hanno cambiato la vita delle comunità, facendo emergere tante esperienze di impegno virtuose, ma anche creando nelle stesse comunità chiatrico di Collegno, dove oggi hanno sede tre circoli Arci e – presso la Villa5 – anche il comitato territoriale. Questo impegno, per restituire alla cittadinanza spazi che prima non erano fruibili, non ha però compensato completamente la crisi del modello di aggregazione di alcune strutture storiche del territorio, che sono venute a mancare per motivi legati alla proprietà delle sedi (legate spesso alla storia del PCI), ma anche per un difficile ricambio dei gruppi dirigenti. Sono calati i circoli ‘tradizionali’, ma è cresciuta la nostra capacità di accogliere nuovo associazionismo, associazioni che si occupano di teatro, musica, danza, attività educative e formative rivolte a bambini e adolescenti e al sostegno delle famiglie, che spesso sviluppano una molteplicità di iniziative ed attività, ma in una fase in cui non è più presente il sostegno delle amministrazioni comunali, fanno fatica a consolidare le proprie esperienze e a dargli sedi adeguate.