La Carovana in Sicilia

Di Rodolfo Ungheri, carovaniere.

Quello del carovaniere è un ruolo su cui a volte aleggia un velo di mistero e misticismo. Sembra quasi, delle volte, che tu sia una specie di Che Guevara (quello delle magliette) arrivato a liberare i popoli dall’oppressione, per fortuna solo per qualche minuto iniziale. Ma se devo essere sincero, in Sicilia questa sensazione non ce l’hai quasi mai. Qui storicamente quelli che arrivano da fuori non vengono mai per liberarti. Una delle contraddizioni, che emergono viaggiando per la Sicilia, è che ha difficoltà a radicarsi la convinzione che, come diceva il tipo delle magliette prima citato, un popolo può liberare se stesso. Ma succede, e credo sia doveroso ringraziare tutti quelli che hanno dato questo senso alla Carovana siciliana. Ringraziamo i bambini, le famiglie e le associazioni che allo Zen 2 di Palermo hanno dato vita al Festival delle culture (per strada, perché la piazza, nonostante abbiano ripulito una discarica in mezzo ai palazzoni, piantumato degli alberi e posizionato un Genio – simbolo delle piazze storiche di Palermo – al centro dello spazio ricavato, la piazza, dicevamo, ancora non ce l’hanno). Un ringraziamento ‘A testa alta’ va all’associazione che ci ha portato sul luogo dell’uccisione del giudice Livatino, esattamente 25 anni dopo, a Canicattì, e poi al centro sportivo ‘Falcone e Borsellino’ di Licata, un bene confiscato in cui oggi si svolge un torneo di calcio per dire no alle mafie e dove tante associazioni si sono incontrate per parlare di territorio, lotte e soluzioni. Ringraziamo i Pupi di Surfaro, le cui note a San Cataldo hanno accompagnato la voglia del circolo AttivArcInsieme di non smettere di vegliare sulle mille assurdità che ci vengono imposte, come la svendita di ettari di bosco per alimentare le centrali a biomasse senza nemmeno un piano di rimboschimento. Ringraziamo la cooperativa Passwork, che a Canicattini Bagni sta facendo del lavoro lo strumento di riscatto ed emancipazione dei cittadini vecchi e nuovi, e forse per questo è stata vittima nelle settimane scorse di un tentativo di intimidazione. Ringraziamo gli animatori sociali che nella scuola Chindemi del quartiere Mazzarrona di Siracusa con il sostegno delle istituzione e della fondazione di comunità Val di Noto stanno dando vita a Malala, una casa delle associazioni che faccia della scuola un luogo di incontro e di crescita per tutti gli abitanti del quartiere. Ringraziamo le scuole e gli studenti catanesi che hanno accolto l’invito ad osservare il proprio territorio per capirlo e per capirsi, il punto luce di Save The Children che sta animando la piazza recentemente intitolata a Beppe Montana per strapparla al degrado ed allo spaccio, la casa di quartiere di San Berillo che vuole diventare catalizzatrice della rigenerazione urbana dal basso dello storico quartiere catanese. Ringraziamo infine il coordinamento Libera Messina, Addio Pizzo Messina, il circolo Arci Thomas Sankara e l’Istituto Comprensivo Villa Lina per quella testardaggine che porta ogni giorno a non trovare scorciatoie e che ci fa continuare a dire: «Adelante!»