Rete G2: un momento storico, ma molto resta ancora da fare

A cura di Rete G2 Seconde generazioni.

Sono passati 10 anni da quando è nata Rete G2Seconde Generazioni, da quando stufi di non veder riconosciuti i nostri diritti di cittadinanza abbiamo deciso di metterci in prima linea per ottenere una nuova legge sulla cittadinanza che superasse l’attuale 91 del 92 e permettesse una significativa apertura verso i figli d’immigrati. Le nostre richieste di base, ribadite con forza in tutti questi anni via via che si avvicendavano le legislature, vertono principalmente su tre punti per noi fondamentali: che le seconde generazioni nate in Italia possano acquisire la cittadinanza alla nascita; che coloro che arrivavano da piccoli in Italia abbiano canali specifici di acquisizione, alla luce di un vissuto da minorenne nel territorio, e che le seconde generazioni adulte possano godere di una norma transitoria una volta entrata in vigore la nuova legge. Nel 2012 attraverso l’alleanza L’Italia sono anch’io abbiamo promosso la proposta di legge di iniziativa popolare, depositata alla Camera (C.9), che a tutt’oggi resta per noi la proposta di riferimento per una legge sulla cittadinanza completa e realmente all’avanguardia. Con L’Italia sono anch’io abbiamo più volte chiesto una legge che ricalcasse non solo i principi ma anche molti dei contenuti della proposta C9. Così non è avvenuto del tutto: alcuni principi sono passati, su altri c’era e c’è ancora da lavorare. L’approvazione di ieri è tuttavia stata per noi un momento storico e un indubbio passo avanti. A questo testo va riconosciuto soprattutto il merito di aver considerato coloro che sono arrivati da piccoli e aver previsto canali specifici per l’acquisizione anche per loro. Inoltre, grazie anche ad un nostro significativo intervento attraverso incontri parlamentari, è passata la norma transitoria che permetterebbe di correggere quei casi di persone cresciute in Italia ma che oramai maggiorenni si ritrovano a vivere a casa loro da italiani con il permesso di soggiorno. Ma si può fare di più e meglio dopo tanti anni di attesa. Avremmo voluto e – ci auguriamo che al Senato su ciò si possa ancora discutere – uno ius soli temperato meno esclusivo e che ampli il bacino dei beneficiari. Noi seconde generazioni siamo consapevoli delle difficoltà economiche crescenti delle famiglie di origine straniera, ancor più in un contesto attuale di crisi economica. Senza dimenticare che l’ottenimento di tale permesso per questioni burocratiche è ancora difforme sul territorio nazionale. Per questo motivo l’ipotesi di legare un diritto al reddito non ci convince e certamente lascerà fuori molti. Poi non vogliamo dimenticare gli adulti, per i quali purtroppo non è prevista alcuna modifica, sacrificati a saltare il turno. Adesso il nostro sguardo va al Senato: non si accetterà un’ altra storia, ma solo passi avanti.