L’Assemblea nazionale della rete italiana di solidarietà col popolo curdo

Di Franco Uda, coordinatore Pace, solidarietà internazionale e cooperazione Arci.

Si è tenuta nei giorni 17 e 18 ottobre scorsi, presso la Camera del Lavoro di Modena, l’Assemblea nazionale della rete italiana di solidarietà con il popolo curdo, alla quale hanno partecipato circa un centinaio di persone da quasi tutte le regioni d’Italia. Associazioni e sindacati, singoli attivisti e centri sociali, collettivi e comitati locali, hanno analizzato, discusso, e proposto iniziative per sostenere la legittima lotta di resistenza e per l’autodeterminazione del popolo curdo, dalla Siria alla Turchia, dall’Iran al Kurdistan regionale Autonomo. Un appuntamento consueto e atteso per tutti coloro che nel nostro Paese non solo guardano con simpatia e interesse la causa del popolo curdo ma soprattutto per i tanti che mettono in pratica progetti piccoli e grandi di gemellaggio e solidarietà internazionale con le città curde. Indubbiamente la ribalta mediatica della resistenza di Kobane ha fatto emergere una situazione che da tempo gli osservatori più attenti definivano molto critica e di particolare riguardo per tutto il vicino Oriente. Le recenti richieste e appelli del Congresso nazionale curdo (Knk) per una mobilitazione internazionale contro i bombardamenti ai militanti del Pkk nel nord Iraq, gli abusi verso i simpatizzanti e le sedi del partito Hdp, per la realizzazione di un corridoio umanitario che consentisse il transito dei milioni in fuga dalla Siria e l’allentamento della pressione nel campo profughi di Suruc, hanno avuto una fortissima eco. Ma è dopo la strage di Ankara, nella quale sono morte oltre 100 persone e ferite circa 500 durante una manifestazione pacifista, che il mondo intero ha avuto la corretta misura della situazione di violenza e intimidazione che i curdi, i loro partiti e sindacati, subiscono proprio in una fase delicatissima come quella preelettorale. Si comprende quindi come l’attesa di notizie di prima mano da parte del rappresentante delle organizzazioni curde fosse grande nell’Assemblea di Modena. Un intervento pacato ma determinato nel denunciare responsabilità e connivenze, tanto del Governo turco quanto di buona parte della comunità internazionale rispetto a un clima di strategia della tensione che mira a destabilizzare il processo democratico delle elezioni del 1 novembre. Una delegazione internazionale di osservatori – costituita da parlamentari e giornalisti provenienti da Italia, Belgio, Germania, Francia, Svezia – sarà presente in vari centri della Turchia a garanzia del regolare svolgimento delle elezioni. Nel dibattito che è seguito molti degli interventi si sono soffermati sul modello sociale di confederalismo democratico che, superando il modello di StatoNazione, si propone come soluzione di pace per i popoli del Medio Oriente. C’è da segnalare l’apprezzamento per la presenza e l’intervento dell’europarlamentare Cécile Kyenge, così come per l’impegno futuro di due organizzazioni nazionali come Arci e Un ponte per. I gruppi di lavoro pomeridiani – focalizzati su organizzazione, ricostruzione di Kobane, formazione e informazione, movimento delle donne – hanno poi fornito nella plenaria di domenica un robusto impianto di programma politico e organizzazione della Rete che fa ben sperare per il futuro.