L’Arci ricorda Pier Paolo Pasolini

La Direzione nazionale dell’Arci promuove una serie di materiali e strumenti per la commemorazione del quarantennale della morte di Pier Paolo Pasolini. In primo luogo abbiamo realizzato un manifesto e una cartolina già in parte distribuiti ai comitati in occasione dell’Assemblea dei territoriali del 10 e 11 ottobre scorso. In quella sede è stata consegnata una copia per ogni comitato presente del volume a fumetti di Davide Toffolo Pasolini, ora ristampato da Rizzoli-Lizard. La ristampa è stata realizzata con il contributo di Arci. In occasione della Biennale dei Giovani Artisti abbiamo promosso un workshop di tre giorni con Gianluca Costantini ed Enrico Parisio dal titolo La ricotta – disegnare un film. In quell’occasione, è stato distribuito il volume inedito che Gianluca Costantini ed Elettra Stamboulis hanno realizzato per l’editore Becco Giallo su Pier Paolo Pasolini. Anche questo è stato reso possibile con il contributo di Arci. A novembre a Forlì per Strati della Cultura, dedicheremo la serata di giovedì a Pasolini (così come del resto tutta la manifestazione) con la proiezione di un film di Claudio Caligari, nonché la mostra delle tavole del volume di Costantini. Ucca dal canto suo promuoverà una rassegna cinematografica itinerante nel mese di novembre 2015 dal titolo Dalle borgate di Pasolini ai ghetti metropolitani – le periferie nel cinema contemporaneo.

Materiali grafici e titoli della rassegna su www.arci.it Le iniziative dei comitati e circoli Arci possono essere segnalate a milani@arci.it

Diario segreto di Pasolini.

«La vita acquista un senso quando è finita. Prima di quel momento non ne ha, il suo senso è sospeso e pertanto ambiguo» (Pier Paolo Pasolini). Diario segreto di Paolini, a cura di Elettra Stamboulis e Giacomo Costantini, edito da Becco Giallo, è una delle pubblicazioni a cui ha collaborato l’Arci in occasione del quarantennale della morte dell’artista. Il diario di Pasolini, segreto nel senso di mistico, è falso e autentico insieme: immaginato lavorando sulle lettere private, le interviste, i film e gli scritti dell’autore, è una registrazione sentimentale di Pier Paolo Pasolini prima di diventare Pasolini. L’artista è stato bambino e ha vissuto intensamente la sua giovinezza. E quando è diventato l’intellettuale più scomodo d’Italia ha saputo custodire una profonda attenzione pedagogica: gli occhi del maestro, capace di mantenere uno sguardo bambino, sono la voce narrante di questo libro. Dall’atto del suo concepimento fino alla morte del fratello partigiano Guido, la voce generosa di Pasolini ci offre un nuovo romanzo di formazione: cosa significa crescere, perdersi, interrogarsi sulle proprie origini, sul desiderio e sulla paura, in una geografia di sequenze che, parlando di Pasolini, interroga ciascuno/a di noi.

Pasolini.

Edito per la prima volta nel 2002, Pasolini, volume a fumetti di Davide Toffolo, è stato ristampato da Rizzoli-Lizard nel quarantennale della morte dell’intellettuale friulano, ristampa realizzata con il contributo di Arci. Si tratta di una biografia sui generis, in cui l’autore fa a meno dell’aneddotica per concentrasi sulle emozioni che scaturiscono dall’incontro con l’artista. Non a caso il Pasolini che l’autore racconta non è il vero Pier Paolo Pasolini, o almeno questo sembra dalla lettura del fumetto. Costui si veste, parla e assomiglia al poeta e cineasta, ma non può essere il Pasolini originale dato che tutto il racconto si svolge ai nostri giorni. Però questa è la cosa meno importante del fumetto, un sentito viaggio all’interno della parola dell’autore, non tanto per carpirne la portata profetica, ma per comprendere il senso di una poetica proiettata all’interno di una società che, in confronto ad oggi, era profondamente differente. Toffolo si fa personaggio del proprio fumetto, per poter parlare ad un poeta immaginario, per poter capire quali sue riflessioni possano ancora oggi scuotere le coscienze, senza che tali parole siano sradicate dal contesto storico e sociale in cui sono state pronunciate. Questo Pasolini, così come ce lo racconta Toffolo, è veramente strano, distaccato dal mondo che cerca di analizzare con le proprie riflessioni. Più vicino a un personaggio di un suo film che al vero Pasolini, quasi che l’autore abbia condensato la poetica e la personalità dell’artista in un’unica figura, per questo irreale, ma altrettanto potente e affascinante.