Continuiamo a pubblicare, dopo l’Assemblea dei comitati che si è svolta a Roma il 10 e 11 ottobre, gli interventi dei Presidenti dei comitati perchè raccontino la propria esperienza e che cosa si aspettano dalla direzione nazionale. Su questo Arcireport, i contributi di Claudia Franconi, presidente Arci Bassa Val Cecina, e di Giorgio Crana, presidente Arci Asti, Langhe e Roero.
Di Claudia Franconi, presidente Arci Bassa Val di Cecina.
Sono arrivata all’Arci nel 1996, allora insieme ad un gruppo di amici toscani costituimmo un’associazione culturale sui temi ambientali e aderimmo all’Arci. Dal 2010 sono presidente del territoriale. Il nostro è un piccolo comitato di ‘periferia’ nel territorio della Bassa Val di Cecina appoggiato sulla Provincia di Livorno e Pisa, composto da 30 circoli e circa 3800 soci. Purtroppo il nostro tesseramento è in calo e questo è dovuto a varie difficoltà tra cui ricambi dei gruppi dirigenti, ricambio generazionale, difficoltà economiche nell’adeguamento dei nostri spazi, pochi soci attivi nello sviluppo di attività. In funzione di queste fragilità vorremo che il nazionale organizzasse momenti di incontro e scambio di esperienze tra comitati, nonché formazione e strumenti per sostenere meglio i circoli nella soluzione di questi problemi. Le attività del nostro territorio si sono sviluppate in ambito culturale, sociale, internazionali e immigrazione. Gestiamo una bella rassegna di musica di qualità, Cecina Music Park, attività formative e sociali, in questo momento siamo molto impegnati con il prestito sociale, piccoli progetti di cooperazione internazionale e molte attività di sensibilizzazione con varie associazioni del territorio. Abbiamo iniziato ad occuparci di immigrazione dalla fine degli anni ottanta, siamo il territorio dove da 21 anni si realizza il Meeting Antirazzista che vorremmo che divenisse sempre più momento di incontro e scambio per tutta l’Arci. Siamo sempre stati in prima linea per la gestione delle emergenze profughi, abbiamo gestito per anni case di accoglienza e sportelli informa immigrati. Dallo scorso anno ci occupiamo dell’accoglienza straordinaria profughi in convenzione con le Prefetture di Pisa e Livorno. È uno sforzo organizzativo enorme, con forte impatto emotivo, che riusciamo a realizzare grazie al prezioso contributo dei nostri operatori e volontari, nonchè alla collaborazione dei vari enti territoriali. Lo facciamo con la consapevolezza che non stiamo gestendo solo ‘accoglienza’, ma un periodo complesso, in cui è necessario sviluppare percorsi che includano sia i profughi che le persone del nostro territorio. Per far ciò stiamo ritessendo la nostra rete territoriale attraverso incontri, iniziative, assemblee pubbliche. Proprio oggi abbiamo l’assemblea dei Presidenti dei nostri circoli, lanceremo il tesseramento 2016 e una iniziativa per il prossimo dicembre in occasione della Dichiarazione dei Diritti Umani e della Giornata dei diritti del migrante. L’iniziativa Circoli dei diritti, circles of right sarà una settimana realizzata nei nostri circoli e dedicata all’approfondimento del tema dei diritti, con la collaborazione attiva delle ragazze e dei ragazzi accolti nel nostro progetto. Vi aspettiamo.
Di Giorgio Crana, presidente Arci Asti, Langhe e Roero.
Il comitato Arci Asti, Langhe e Roero è il primo frutto della riorganizzazione dei territori in Piemonte curata dall’Arci regionale ma nata da esigenze locali. Proprio in questo caso si è andati incontro ad un’esigenza delle basi associative astigiane di avere un riferimento forte che potesse far crescere l’associazionismo nel territorio legandosi ad una realtà come il comitato Langhe, ricco di alcune associazioni che lavoravano specialmente nel campo del sociale e culturale; quindi si è trovato il giusto mix tra circoli tradizionali, circoli giovanili ed associazioni attive nel sociale e culturale. Dopo tre anni di lavoro il comitato ha aumentato i numeri dei propri associati, che adesso sono circa seimila, mentre le basi associative, che mantengono quasi inalterato il loro numero (33), sono in parte cambiate, perché si è deciso di sviluppare maggiormente quelle legate al territorio ed a un’idea condivisa di fare associazionismo. È fondamentale avere un’idea condivisa di associazionismo in un territorio, specialmente quello delle Langhe e Roero, dove bisogna confrontarsi tutti i giorni con una realtà dove è ancora imperante un modo di fare ‘politica’ legato alla Lega Nord ed alla destra berlusconiana, ma anche importante in un territorio come quello della città di Asti dove tutti i giorni si lotta per l’integrazione ed i diritti per i migranti. Quindi in questi anni il comitato è cresciuto intorno ai due circoli di riferimento dei due rispettivi territori ma anche facendo nascere o sviluppare altre diverse realtà, con un occhio di riguardo alle fasce più deboli della nostra società e dando voce ai giovani specialmente nella realizzazione di eventi culturali e musicali. Sicuramente l’Arci nazionale deve essere un amplificatore dello sforzo dei territori, per creare un’idea condivisa di associazionismo, dove si difenda la nostra identità politica, culturale, sociale che identifica la nostra associazione e che riesca a superare l’impoverimento sia culturale che sociale che sta investendo il nostro paese. Sicuramente un percorso difficile ma necessario per dare voce anche a chi in questa società non ha spazio o diritto di espressione. Ho partecipato all’ Assemblea dei comitati, mi sembra un ottimo spazio di scambio di buone pratiche, forse di più del Consiglio nazionale, dove i comitati territoriali, che sono il vero collegamento con le nostre basi, possono dialogare tra di loro e con il nazionale, un vero laboratorio di idee. Sicuramente un’esperienza da continuare ed ampliare per avere tutti una possibilità di crescita e di dialogo tra le varie anime che compongono la variegata galassia Arci.