L’esperienza di Carovana in Alsazia e Germania

Di Alessandro Cobianchi, coordinatore carovana Antimafie.

Le tappe in Alsazia e Germania hanno consolidato la dimensione europea della Carovana Antimafie. I carovanieri, per andare incontro alle esigenze del calendario franco-tedesco, soprattutto quello scolastico, hanno percorso qualche chilometro in più, ma alla fine – dati i risultati – la fatica è stata ripagata. Dopo la buona esperienza delle tappe lombarde la carovana sale ancora più a nord. Strasburgo è la prima tappa e qui l’accoglienza è calorosa. Complice anche il premio Falcone, consegnato proprio a Strasburgo un anno fa, siamo oggetto di curiosità, sin dal nostro arrivo, da parte degli operatori e dei volontari della Ligue locale. È la prima volta della Carovana in Alsazia e l’interesse per il riconoscimento europeo ha facilitato la stessa partecipazione del pubblico ‘esterno’ incontrato nel pomeriggio. Tuttavia è l’aspetto formativo ad essere al centro dell’attenzione, la Ligue è particolarmente attenta al metodo pedagogico. La maggior parte dell’uditorio è composta da giovani, il genere femminile è in netta maggioranza sia nel pubblico che fra i carovanieri, a tutto vantaggio della concretezza. La vicinanza alle sedi istituzionali europee sposta la discussione sulle prospettive di un movimento antimafia che, a nostro avviso, ha parlato sinora troppo ‘italiano’: i nostri interlocutori sono attratti dalle buone pratiche realizzate e dall’idea di educazione alla legalità democratica ma la questione mafiosa si incrocia con il ‘che fare’ in terra di Francia. Le giornate sono talmente dense di confronti che, con un pizzico di rammarico, ripartiremo senza aver visitato alcun monumento di questa bellissima capitale d’Europa. La formazione, rivolta agli operatori ed ai dirigenti della Ligue de l’Einsegnement, il dibattito pubblico ed infine gli incontri nelle scuole (periferia di Illkrich), hanno assorbito tutto il tempo a disposizione però, quanta soddisfazione! Il passaggio più delicato è stato sulla presenza della criminalità organizzata di stampo mafioso a Strasburgo, in particolare rispetto al tipo di traffici operati e alle commistioni fra le mafie di più paesi. Avvertiamo che il livello di elaborazione è in corso. Per non cadere nella trappola di una mera narrazione sulle mafie, introduciamo il percorso sulle buone pratiche, raccogliendo l’adesione convinta a continuare il nostro lavoro anche in futuro. Sarà così anche a Mulhouse, dove affianco ai tanti francesi, incontriamo una nutrita comunità italiana in cui leggiamo una sincera soddisfazione quando evidenziamo che nelle nostre terre (Scampia, Corleone, Reggio Calabria in primis) si realizzano pratiche di antimafia che permettono di rovesciare un luogo comune sulle periferie perdute e sulle capitali mafiose. In Francia parlare di antimafia è più complesso che parlare di mafia: notiamo tuttavia quanti passi in avanti siano stati fatti e come il nostro storico partner stia facendo un lavoro incredibile. Se in questo c’è la nostra piccola parte, ne siamo fieri. Gli spunti maggiori arrivano dagli studenti che sono davvero ‘sul pezzo’ delle periferie. Le banlieue saranno pure parigine ma le problematiche sono le stesse, qui c’è la chiave di volta per comprendere non solo i percorsi legati alla criminalità organizzata, ma per affrontare tante delle problematiche che quest’Europa dei Governi sembra incapace di comprendere. Pensiamo ai figli di migranti, sono cittadini francesi, ci spiegano quanto il detonatore dell’intolleranza sia lambito dalle mani della povertà: la criminalità spesso attrae i ragazzi per assenza di alternative, come da noi e in qualsiasi altro posto. La miscela potrebbe essere esplosiva. Hanno cognomi e volti del Maghreb, dell’Africa profonda delle colonie, si chiamano Mohamed o Aamir, sono i più attenti e son quelli che ci incalzano maggiormente. C’è l’impressione che questi ragazzi di periferia siano le prime sentinelle di una crisi che aggredisce tutta l’Europa. Ancora tanta strada, da Mulhouse si arriva a Berlino. Piove nella periferia buia, dove arriveremo in piena notte. Stremati, andiamo a dormire nella parte est, cerchiamo, curiosi, tracce di un passato che il capitalismo tedesco ha rimosso quasi dappertutto, come si fa con la memoria delle genti. Lo scenario cambia, le associazioni che ci ospitano sono italo-tedesche, c’è grande attesa, direi reciproca, è la prima volta della Carovana in Germania. Dobbiamo sperimentare, e niente di meglio di una scuola italiana. Rischiamo, a parlare di mafia e di riciclaggio di denaro, di toccare nervi scoperti. In ‘Doichlanda’, come canta Salvatore De Siena del Parto delle nuvole pesanti, che ci accompagna per presentare l’ottimo documentario Terre di musica, c’è tanto ‘non detto’. Dobbiamo evitare di tirare nel mucchio: ovviamente non tutte le pizzerie italiane sono nelle mani della ‘ndrangheta (molti di questi ragazzi hanno i padri ristoratori, ci dice preoccupato un insegnante) ma gli esercizi commerciali di proprietà della mafia ci sono e non ci si limita a questo. Il crinale è pericoloso, dobbiamo evitare di cadere da una parte o dall’altra. La ‘prima’ berlinese è buona ma è stato difficile, più che altrove. Sarà così anche a Dortmund, a Dussedorlf, a Francoforte. Gli italiani presenti, accoglienti sino alla commozione, ci raccontano episodi di presenza criminale che sembra quasi di essere catapultati nei nostri scenari peggiori. Ci sono pugliesi e siciliani, calabresi e milanesi: è un pezzo d’Italia al completo, non manca nessuno, comprese le mafie. A Dussedorlf (Duisburg è vicina) sono in molti a raccontarci – perplessi – che, in fondo, se si pagano le tasse e non si spara, persino la mafia diviene digeribile. Ricarda Concia, uno degli incontri più interessanti che abbiamo avuto, da esperta di criminalità, ci fa un quadro lucido della situazione. Molte delle cose che diremo nel corso degli incontri trovano in lei nette conferme. C’è una tacita tolleranza da parte del tedesco medio, una ‘distrazione’ più indotta che ignorante. Non generalizziamo, ma l’impressione che il Piemonte ‘inconsapevole’ o l’Emilia ‘pura’ degli anni 80-90, qui potrebbero fare scuola. Non è casuale che si riparta presto, da un’ancora addormentata Francoforte. Sembra una donna bellissima e per niente ingenua, ma, mentre dorme, quasi ti illudi che ancora lo sia.

Info : www.carovanaantimafie.org